Dal settimanale "Il Sabato", alcuni articoli del biennio 1981-1983

 

 

I tre giorni che i poliziotti si presero una grande paura.

 

Da Medjugorje una esclusiva testimonianza. Una vittima della repressione ne descrive la cronaca.

 

Riceviamo da Medjugorje questa cronaca, stilata da una persona del paese. È un documento importante che ci limitiamo a tradurre.
14 agosto 1981 - Il mattino presto giunge da Sarajevo un autobus di poliziotti con cani, che bloccano il monte Krizevac, sul quale una croce segna il luogo del pellegrinaggio. Immediatamente impediscono ai fedeli di andare sul monte dove, secondo i bambini, sarebbe apparsa la Madonna. Le strade di accesso al monte sono controllate da pattuglie.
15 agosto - Fiera dell'Assunta. Dalla vigilia in paese ci sono già circa 30.000 persone, che assistono alla messa nelle vicine chiese di Sirok Brije e di Citluk. Solo a Medjugorje, il giorno dell'Assunzione, ci sono circa 40.000 fedeli, metà dei quali giovani.
17 agosto - La polizia blocca le strade di accesso a Medjugorje, e interrompe ogni contatto telefonico tra il paese e l'esterno. Il mattino presto, un gruppo di dieci miliziani irrompe nella casa parrocchiale, e strappa dal letto il cappellano Jozo Zovko. Perquisiscono e mettono sottosopra tutto l'appartamento, senza presentare nessun mandato. Le offerte in denaro dei fedeli alla chiesa vengono raccolte in un mucchietto. Due testimoni, e una suora, condotti dal paese, vengono fotografati vicino al mucchietto. La polizia vuole prendere il denaro, senza prima contarlo, ma frate Zrinko Cuvalo, parroco, non lo permette. Viene chiamato del personale dalla locale banca. Più tardi, alla televisione di Sarajevo verrà detto che nell'appartamento parrocchiale di Medjugorje sono stati trovati due miliardi di dinari. In realtà, il personale della banca ha contato 82 milioni di vecchi dinari (circa 25 milioni di lire).

 

E allora furono presi dall'isteria. E si misero anche a rubare.

La polizia ha sequestrato tutto questo denaro, lasciando solo qualche spicciolo. I miliziani hanno perquisito anche la Chiesa di Medjugorje. Non vi hanno trovato niente. Dalla parrocchia sequestrano corrispondenza privata di frate Jozo Zovko e alcuni suoi libri in tedesco. Insieme a frate Ferdo Vlasic, Jozo Zovko viene condotto a Mostar, dove viene imprigionato.
In questo frattempo, delle suore, e alcuni collaboratori pastorali, fino alle due pomeridiane vengono tenuti sotto sorveglianza in un locale appartato. Le suore recitano il rosario e alla fine intonano canti mariani, i poliziotti le insultano accusandole di creare disordine. Più tardi delle donne poliziotto le umiliano facendole spogliare.
Lo stesso 17 agosto, il partito tiene degli attivi in tutti i comuni dell'Erzegovina. A Citluk vengono convocate 200 persone, ma alla riunione se ne presentano solo una cinquantina. Quando dall'introduzione vedono di che si tratta, cominciano a parlare tra di loro e ad andarsene. Rifiutano di votare la mozione che propone di condannare «la manipolazione dei fedeli a fini nazionalistici», sicché alla fine nulla viene deciso. Il partito decide allora di convocare a rispondere di questo fatto ciascun iscritto. In conseguenza di ciò, al venti settembre, già sedici persone erano state arrestate.