Dal settimanale "Il Sabato", alcuni articoli del biennio 1981-1983

 

 

 

UNA NUOVA FATIMA NEL CUORE DELL'EST?

 

Il 24 giugno, sei ragazzini ritornano in paese di corsa. Vanno dal parroco. Gli raccontano che la Grande Signora, vestita di grigio e con un bianco mantello sulle spalle è loro apparsa. «Aveva il capo coronato di stelle e teneva tra le braccia un bambino», dicono. «Ha chiesto che noi pregassimo per la pace, che si faccia penitenza e ci si converta».
Questa la scena così come è accaduta a Medjugorje, un villaggetto della repubblica della Bosnia-Erzegovina nella federazione jugoslava. La Chiesa dopo di allora non ha cessato di mantenere un atteggiamento prudente pur senza nascondere una trepidazione inconsueta. In un documento si citano le Scritture: «Se è intenzione od opera degli uomini perirà; se è opera di Dio, nessuno potrà distruggerla». Intanto enormi masse di pellegrini si affollano sul monte Krizevac in preghiera. Di essi per lo meno la metà sono giovani, la qual cosa ha preoccupato alquanto le autorità comuniste impegnate come sono a lottare contro la religione.
I sei ragazzi sono stati sequestrati, interrogati dalla polizia, sottoposti a umilianti esami psichiatrici, poi rilasciati non potendo risultar nulla contro di essi. Il loro parroco e il redattore di un periodico cattolico locale sono stati arrestati. Il luogo delle presunte apparizioni recintato e dragato. Si impedisce alle macchine di giungere sul posto, e la gente del paese viene convocata in caserma sempre più di frequente per strappare la confessione di qualcosa di losco tramato nell'ombra. La risposta per ora è stata il perdurare dei pellegrinaggi, la rinuncia all'abbonamento televisivo da parte di duecentomila famiglie per le notizie false diffuse via etere, un clima di preghiera palpabile in particolare il venerdì allorché tutta la Bosnia-Erzegovina e la Croazia praticano il digiuno di massa.
Alle pagg. 3, 4 e 5, nel Fatto, oltre alla cronaca e a testimonianze, un articolo di Giovanni Testori.