Dalla rivista di CL "Litterae communionis" del novembre 1983 (ora si chiama "Tracce")

 

 

 

Medjugorje rinnova la fede

 

Sulle apparizioni della Madonna ai ragazzi jugoslavi la Chiesa non si è ancora pronunciata. Ma la gente ha preso sul serio i messaggi della Vergine per la pace, la conversione, il digiuno e la preghiera. Così la vita cristiana di quella comunità comincia a rifiorire. Lo stesso può accadere anche da noi.

 

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Maria, in questi due ultimi secoli, ha manifestato la sua maternità standoci vicino più che mai. E ripetendo le parole di Cristo: «Convertitevi, sono gli ultimi tempi». È la storia delle apparizioni. Così a La Salette e a Lourdes in Francia nell'800. Così a Fatima nel 1917. Ma ecco che la novella corre di nuovo, ed ancora giunge lo stesso invito, scandito da quattro parole: pace, conversione, preghiera, penitenza. Viene dalla Jugoslavia, da un villaggio di tremila abitanti: Medjugorje, frazione di Citluk, a trenta chilometri da Mostar e a sessanta dall'Adriatico. Cosa è successo e cosa succede ancora laggiù?
Ricordo le prime parole di un sacerdote croato che me ne parlò nel settembre di due anni fa. Diceva: «In Bosnia- Herzegovina e in tutta la Croazia, e su fino all'Istria e alla Slovenia sta accadendo qualcosa di sorprendente. La gente ha preso a dar retta alla parola di sei ragazzi. Essi raccontano: "Gospa (la Signora, la Madonna, ndr ) ci è apparsa, è la Regina della Pace, chiede la preghiera, il digiuno, la conversione". È corsa la voce di molti segni divini, di guarigioni, di fenomeni luminosi inspiegabili, ma soprattutto di un incredibile influsso sui cuori». Questo «incredibile influsso sui cuori» è, in effetti, il fenomeno che si incontra per primo se ci si accosta ai fatti di Medjugorje: è un fatto esso stesso.

Come quando, nella casa di Simone il lebbroso Maria di Betania ruppe il vaso di alabastro versando le essenze preziose sul capo di Gesù, e chi si fosse trovato a passare presso la porta non avrebbe potuto non constatare il profumo, pur ignaro di quel che lì dentro accadeva; così a chi vada a Medjugorje, o più semplicemente provi a informarsi presso coloro che vi sono stati. Insomma: trova gente cambiata, un altro respiro nei petti, qualcosa di nuovo nello sguardo. È quanto è capitato a me, già in Italia. Che sorpresa conversare nella primavera di quest'anno con alcuni amici appena tornati dalla Jugoslavia e trovarli più decisi ad affidarsi a Cristo e alla sua Chiesa, più certi della maternità esigente e dolce della Madonna. Ma poi tutto questo mi si è palesato in Jugoslavia in una forma inaspettata: non più pochi amici, ma lo spettacolo delle masse, anzi popolo perché legate da un unico filo, la fede, che fa di sparse molecole un corpo.

Già a Spalato una delle suore che accudisce la casa dei sacerdoti e dell'arcivescovo, anticipa un'osservazione che poi mi farà personalmente Frane Franic: «Questi due anni sono stati per la nostra diocesi tempo di grazia. La gente prega, ci sono molte conversioni». Aggiunge il vescovo: «In questo dopoguerra avevamo cercato di evangelizzare il nostro popolo. Da noi, si sa, è più difficile. È valsa di più Medjugorje di tutti i precedenti sforzi. Specialmente per i giovani. Sono andato anch'io di nascosto nella chiesa delle "apparizioni". Era piena di giovani, magnifico». Ed è proprio così. La strada che dal mare porta nel villaggetto è cosparsa di gruppetti di ragazzi che s'avviano a piedi verso quella chiesetta bianca. Anche donne anziane, scalze. Gente di tutte le età e condizioni. Ricopio pari pari il quadernetto con appunti presi al momento. «Ecco Medjugorje. Le rive verdissime della Neretva lasciano posto a un paesaggio brullo con macchie verdi. Giovani, giovani lungo la via. Non differiscono in nulla dalle migliaia di coetanei visti a Spalato: blue-jeans, spilloni, scritte sulle giubbe. Arrivano alle nove e trenta. La facciata della chiesa è punteggiata da moltissimi nidi di rondine, povertà e allegria si mescolano. Nell'ufficio parrocchiale chi vuole acquista rosari e riviste francescane. Padre Vlasic, il confessore dei veggenti, segna su un libro mastro le piccole offerte. Quanta calma, nessun fanatismo». Ma è di pomeriggio che la gente arriva, a migliaia.

Molti salgono alla croce posta nel 1933 su una vicina montagna a ricordare il primo giubileo della Redenzione. E poi le confessioni: mai visti tanti confessori e tanti penitenti. Nel prato a ridosso della chiesa si fa la fila davanti ai frati francescani (anche la confessione mensile è uno dei consigli rivolti dai messaggi). Infine, dopo le 18, arrivano i ragazzi (si va dai 12 anni di Jacov, ai 18-19 di Marija e Vicka). Nella cappelleria da due anni — la prima volta è stato il 24 giugno 1981 — ricevono ogni sera la visita della Beata Vergine. Appare loro davvero? Non è dato qui, a me, di poterlo scrivere. È compito del vescovo di Mostar in unità con la Santa Sede di pronunciarsi. Ma il cronista può annotare che qualcuno qui «ha spezzato il vasetto d'alabastro». C'è qualche forza che opera a cambiare i cuori. L'influsso di Medjugorje lo debbono ammettere perfino gli scettici sull'origine soprannaturale del fenomeno (il vescovo di Mostar, ad esempio, ha molti dubbi in proposito).

A Zagabria — ben lontano dunque — la frequenza dei Sacramenti balza in alto, la pastorale dei sacerdoti che ripetono i messaggi di Medjugorje si è fatta più incisiva. Vecchi comunisti si sono convertiti, i giovani non ridono più della fede. Si sono moltiplicati i gruppi di preghiera e di ragazzi consacrati a Maria (nella sola parrocchia di Medjugorje, tremila anime, sono cinquantasei i ragazzi che pregano insieme tre ore al giorno). Il digiuno è diventato fatto di massa.

Padre Tomislav Vlasic ripete ai pellegrini le parole pace («essa non viene dagli uomini ma soltanto da Dio»), preghiera («può allontanare le guerre e le sciagure naturali; molti cristiani non credono più perché non pregano; chi lavora o studia deve pregare almeno mezz'ora al mattino e mezz'ora alla sera, guadagnerà tempo; bisogna pregare per gli avversari, amarli e non giudicarli»), digiuno («il vero digiuno è dai vizi e dal peccato, ma è bene una volta la settimana, il venerdì, prendere soltanto pane e acqua; la piccola Elena — una delle veggenti — raccomanda il messaggio del digiuno televisivo»! conversione («se ti metti davanti a Dio. pregando e digiunando, cambi»). Ma in sostanza il messaggio è uno: «Dite a tutti i miei figli: convertitevi,, E padre Vlasic ammonisce sempre: «La fede, ricordate, è più importante delle visioni».

Renato Farina

 

 

Il video di quei giorni

 

 

La possibilità che nella vita accada il miracolo

 

La Madonna è guida sicura del cammino di ogni cristiano a Dio. Il Concilio Vaticano II ha esplicitato con notevole profondità questa affermazione. Nel documento che tratta della Chiesa come Luce delle genti. Maria è indicata come Madre del popolo che si incorpora a Cristo. Ma le apparizioni aiutano a vivere il rapporto con questa Donna e, tramite lei, con Cristo?
Con il termine apparizione, nel linguaggio teologico, viene designata ogni manifestazione sensibile di una persona o di un essere la cui presenza, nelle circostanze in cui si produce, non può essere spiegata dal corso naturale e ordinario delle cose. Se volessimo essere rigorosamente precisi e stare solamente all'etimologia, un'apparizione si rivolge agli occhi di chi ne è testimone. In genere si fa distinzione tra apparizione e visione. La visione non implica necessariamente l'esistenza reale dell'oggetto percepito; l'apparizione sì. Essa dunque differisce dalla visione puramente spirituale, quale la visione intuitiva di Dio da parte dei beati, e dalla visione semplicemente immaginaria, che può avere luogo nel sogno o nello stato d'estasi. Le apparizioni non possono essere messe tutte sullo stesso piano: diverso è il grado di certezza dei fatti e diversa è pure la necessità di assenso che ne risulta per il credente. Vi sono apparizioni raccolte nella Sacra Scrittura e testificate dalla parola divina, ve ne sono altre conosciute solo attraverso documenti "profani" o per testimonianze storiche più o meno autentiche e più o meno attendibili.
Evidentemente tutte le apparizioni attestate dalla Bibbia si impongono alla nostra fede. La Chiesa «ammette» inoltre l'esistenza di molteplici apparizioni «extra-bibliche». Per esempio nei processi di canonizzazione, i racconti delle apparizioni sono esaminati, discussi e accettati secondo la natura e il valore delle garanzie che offre ogni casi, particolare. 0, ancora, l'istituzione di 'erte feste si e avuta a partire da un'apparizione del Signore, dalla Madonna o di santi: come la festa del Sacro Cuore, di Nostra Signora della Neve, dell'apparizione della Vergine Immacolata a Lourdes, dell'apparizione di san Michele suI monte Gargano.
A queste apparizioni dobbiamo dare il nostro assenso di fede quale lo dobbiamo agli articoli di fede? Se un cattolico non le accettasse diventerebbe eretico? Per nulla affatto.
Innanzitutto non vi può essere questione di dogmi di fede al di fuori della rivelazione pubblica, conservata a trasmessa dalla Sacra Scrittura e dalla tradizione ecclesiale. Anche quando questi fatti relativi alle apparizioni possono essere compresi nell'ambito dell'infallibilità della Chiesa (perché toccano necessariamente il deposito della rivelazione), la Chiesa non esprime su di essi giudizi che implichino l'obbligo di un assenso assoluto. Accettandoli, essa indica solamente che si può considerarli autentici.
Riconoscere, poi, la possibilità delle apparizioni vuol dire accettare che nella vita del cristiano si manifesti in modo evidente il miracolo, cioè si faccia esperienza di un avvenimento di vita nuova o perché cambia la situazione o perché cambia la persona nella situazione. L'esperienza del miracolo rende infatti la persona capace di memoria e di affezione, di continua richiesta a Cristo e al suo Spirito di compiere l'opera iniziata e di tensione a renderlo presente in tutte le circostanze. Per quanto riguarda il motivo, la convenienza per cui le apparizioni accadono, va detto innanzitutto che quelle bibliche confermarono la Rivelazione attraverso il sigillo divino. Quelle extra-bibliche, come le apparizioni della Beata Vergine, sono un modo storico e libero con cui Dio conduce alla verità, fa aderire a Lui e conforta. Sono mezzi per conoscere con sicurezza la religione rivelata e stimoli a un lavoro di cambiamento morale.
Dunque le apparizioni sono avvenimenti tramite cui la misericordia di Dio sorregge, si fa compagnia all'uomo in modo straordinario. La loro stessa eccezionalità deve aiutare a cogliere la voce di Dio che chiama a un compito: la vita come vocazione e come offerta. Giovanni Battista ha sussultato nell'oscurità del grembo di sua madre Elisabetta al percepire la presenza di Maria che entrava in casa di sua cugina. Anche noi. appena ci lasciamo toccare dal mistero, possiamo sussultare, palpitare dentro le viscere nascoste delle cose di ogni giorno. Questo palpito di nuova creatura rende fecondi, capaci di una concezione Immacolata della vita. Maria all'angelo che le era apparso disse «fiat», «mi accada», e da allora il contenuto del suo sentimento tu la passione a che avvenisse il Regno di suo Figlio L'«avvenga di me…» è il nucleo dell'«avvenga del mondo» secondo la volontà di Dio. Questa era la coscianza
di Maria, è lo struggimento ohe traspare dalle suo apparizioni, deve essere il desiderio che ci muove.

Franco Follo

 


 

PIÙ GRANDE IL DONO DELLA FEDE

 

Padre Tomislav Vlasic è il direttore spirituale dei sei ragazzi di Medjugorje cui apparirebbe la Madonna e responsabile della parrocchia dopo l'arresto e l'allontanamento del precedente parroco, padre Jozo.
Ha accettato volentieri di incontrarci spinto dal desideno di conoscere le esperienze di comunità cristiane italiane più da vicino, dato che tra i pellegrini stranieri presenti quotidianamente nella sua parrocchia, molti provengono dal nostro paese.

 

Cosa hanno cambiato le apparizioni e i messaggi della Madonna nella sua vita personale?

 

Sono talmente tante le cose in cui sono cambiato che dovrei scrivere un libro. Mi soffermerò su alcune cose essenziali. All'inizio pensavo di avere un atteggiamento aperto di fronte a questi fatti; in realtà ero come un fariseo che diceva tra sé: «Può darsi che l'apparizione sia vera, però io non ne ho bisogno». Ora invece riconosco il mio bisogno di ogni grazia del Signore, perché ogni giorno la vita allarga i suoi orizzonti e il Signore della vita non ha limiti. Insomma la mia principale esperienza è stata quella di una più grande apertura a Dio. Mi sono poi accorto che se un uomo prende in seria considerazione quello che la Madonna dice, deve per forza accogliere tutto quello che dice il Vangelo.
Una seconda esperienza importante è stata la riscoperta della preghiera e del digiuno; quando ci si mette su questa strada verso Dio non ci si ferma più. Per esempio nella mia esperienza pastorale; mi sono accorto che prima mi basavo su accorgimenti umani come la psicologia o la sociologia, ma non ottenevo alcun risultato; ho cominciato a camminare solo imboccando la strada della preghiera e del digiuno. Non possiamo capire il Vangelo se non siamo preparati dalla preghiera e dalla penitenza. Non posso capire Dio senza la sua grazia e perciò devo prima di tutto pregarlo. La Madonna del resto ci ha insegnato che con la preghiera possiamo anche ottenere dei miracoli e allontanare le guerre. E una constatazione che posso fare, in piccolo, nella mia vita, quanti ostacoli insormontabili sono stati superati con l'aiuto della preghiera. È un atteggiamento insegnato dal Vangelo: «non preoccupatevi, il Padre sa di cosa avete bisogno, Anche la Madonna ha rivelato ad una veggente: «Pregate e digiunate e non preoccupatevi, lasciate tutto a Dio». Ho scoperto allora cosa significhi abbandonarsi nelle mani di Dio come un bambino nelle braccia di sua madre. Vorrei però fare una precisazione: l'abbandono a Dio non è una cosa passiva. La fede è una cosa che muove le persone. Un abbandono vero porta alla conoscenza di quello che devo fare; non esiste momento passivo per la persona di fronte a Dio, anche quando sono nel silenzio profondo sono attivo.

 

Penitenza e conversione sono i temi dell'Anno Santo...

 

A Medjugorje abbiamo letto attentamente la Bolla di Indizione e abbiamo trovato che tutto quello che lì vi è indicato noi lo facevamo già da un anno; tant'è vero che un vescovo ci ha detto che da noi si fa esattamente quello che desidera il Santo Padre.

 

Quali altre esperienze l'hanno colpita?

 

La forza della fede. Ho scoperto che il dono della fede è molto, molto più grande del dono delle apparizioni; tutti quelli che credono in Dio possono capire tutte le profondità di Dio.

Questa è anche una esperienza della gente?

Di molti; ed è quello che evita il fanatismo. Quando alcuni giornalisti chiedono alla gente di Medjugorje: «Credi a quello che la Madonna dice e ai veggenti?» molti rispondono : «Io lo so già perché l'ho sperimentato, si tratta di una vita nuova, cambiata nelle famiglie, nelle anime, tra la gente».

 

Cosa è dunque cambiato nella gente della sua parrocchia?

 

Nei primi giorni la gente si è risvegliata, ma soprattutto per un atteggiamento di curiosità, per vedere che cosa fosse successo. A questo punto fu decisivo l'intervento del parroco, padre Jozo. Egli ha cominciato a predicare intensamente alla gente, ma non sulle apparizioni, quanto piuttosto sui messaggi principali del cristianesimo. Ha chiesto: «Cosa cercate? Non potete cercare lo straordinario delle apparizioni senza rivedere la vostra vita cristiana e convertirvi». La gente ha capito e ha cominciato il digiuno, la preghiera più intensa, insomma, la conversione. Ed è proprio questo che mi dà certezza sulle apparizioni: che da tutto quello che ho sentito dai veggenti, la Madonna non vuole trattenere la gente intorno a sé, ma indirizzarla verso la Chiesa e Dio.
Cosi noi vogliamo che la gente approfondisca la sua fede cristiana, risvegli la sua devozione; certo per questo ci vuole un certo processo.

 

Quale?

 

Le persone che vogliono prendere sul serio il messaggio della Madonna devono seguire una strada concreta: pregare, fare sacrifici, abbandonarsi a Dio ogni giorno. Quello che vorrei consigliare a tutti è di mettersi sul serio davanti al Signore. Sul serio significa partendo da fatti concreti. Per esempio non si può relegarlo all'ultimo posto nella giornata, ma bisogna trovare tempo da dedicargli nella preghiera e nella penitenza.

 

 

 


CONVERSIONE NON CURIOSITÀ

 

All'inizio, per molti, si è trattato di pura curiosità. Chi ritornava da Medjugorje raccontava cose troppo interessanti per non suscitare l'interesse, magari scettico o sbigottito; ma per tutti una cosa era evidente: qualcosa era successo. Lo documentava il cambiamento della gente suscitato dai messaggi della Madonna. Allora molti hanno voluto andare in Yugoslavia per vedere di persona, per conoscere i bambini e, magari, per entrare nella sacrestia delle apparizioni.
Soprattutto la scorsa estate, magari mossi dalla curiosità; ma per tutti, almeno per quelli con un minimo di apertura di cuore, è stato subito evidente che la curiosità non poteva bastare. «Già da molto tempo avevo sentito parlare dei fatti della Jugoslavia e ne ero positivamente colpito; ho dato credito a chi me ne parlava, ci credevo, ma mi sono accorto che questo credito non muoveva niente al fondo della mia persona. Mi sono ritrovato nella posizione ipocrita di chi accetta i fatti senza che questi lo smuovano. Così ho deciso di approfondire meglio la questione e di andare personalmente in Jugoslavia, anche se questo, in fondo, non è necessario per cogliere lo spirito e le esigenze dei messaggi. Appena sono arrivato ho capito che dovevo cambiare atteggiamento; non potevo essere lì solo per curiosare, ma per convertirmi». E la conversione, da chiedere con preghiera assidua e con la penitenza, è il messaggio principale che la Madonna continua a ripetere, in straordinaria consonanza, fra l'altro, con le esigenze dell'Anno Santo della Redenzione.
Ma cosa significa convertirsi? Che cosa questo ha implicato per i molti pellegrini che si sono recati a Medjugorje? Innanzitutto e fondamentalmente la ripresa di coscienza che il cristianesimo è un fatto, è la presenza nella storia dei destino reso incontrabile. «Il fatto dell'apparizione mi ha ricordato la compagnia di Dio presente nella mia vita attraverso l'esperienza del movimento; in qualche modo ha reso questa presenza più stretta, più personale. In fondo noi siamo cresciuti in un ambiente intellettualistico nel quale siamo stati abituati a valutare e a prendere le distanze di fronte a ogni fatto invece che a lasciarci interpellare» e anche Cristo può restare un argomento di discorso più che rapporto personale, più che presenza nelle cui braccia ci si abbandona.
La coscienza della presenza di Cristo fa luce anche su una delle esigenze più incombenti che un uomo maturo sente sulla sua vita: che utilità ha la mia esistenza per il mondo? «Seguire le indicazioni della Madonna sulla preghiera e la penitenza ha chiarito questo problema che mi sembrava insormontabile»; infatti di che cosa ha bisogno il mondo se non di uomini cambiati, di uomini per cui Cristo è tutto e che quindi portano nella storia la novità di una vita totalmente determinata dal suo destino?
Per moltissimi il pellegrinaggio in Jugoslavia ha rappresentato una novità, cioè un approfondimento e una maggiore coscienza della strada su cui già si è; anzi ha messo a nudo la propria posizione di fronte alla fede facendo scoprire superficialità, entusiasmi effimeri, mancanze di fedeltà, deviazioni dal cuore dell'esperienza verso particolari non determinanti; insomma ci si è ritrovati di fronte all'essenzialità della propria esperienza di fede.
Come ricorda il francescano Tomislav, il padre spirituale dei veggenti, in una intervista che riportiamo in queste stesse pagine, il messaggio della Madonna non è nulla di diverso dal tradizionale insegnamento della Chiesa e altro non chiede che di prendere sempre più sul serio il cammino educativo che ognuno sta facendo. In un'altra occasione, ricordando le parole dei veggenti, padre Tomislav aveva detto: «È importantissimo che non siano le notizie (magari quelle miracolistiche o straordinarie) ad essere accettate, ma i messaggi; come la Madonna ha accettato il messaggio di Dio e lo ha fatto incarnare, diventando così via alla salvezza, così anche per noi, non c'è altra strada». «Non cercate voci straordinarie – avrebbe detto la Madonna a una veggente – ma prendete il Vangelo e leggetelo. Tutto è chiaro».
Aspettiamo con pazienza che la Chiesa si pronunci su questo avvenimento (nessuno infatti può anteporsi al suo saggio giudizio), ma sicuramente la domanda di conversione deve essere presa sul serio da tutti e da molti lo e già.
P.C.