Sono guarita dalla sclerosi multipla. Ora ho una grande responsabilità e testimonio ciò che ho ricevuto.

Ciao. Ecco la mia storia. Mi chiamo Gigliola Candian sono nata in un paese del Veneziano precisamente a Fosso'. E vivo tuttora a Fosso'. Ho 48 anni. In giovane età ho praticato il nuoto a livello agonistico e il mio forte era il dorso. Quando sono cresciuta ho fatto l'insegnante di nuoto.
Sono stata moglie e madre. Moglie lo sono stata per 18 anni, e sono 8 anni che sono divorziata. La mia malattia mi ha fatto prendere questa decisione importante di separarmi. Sono madre di due bellissimi ragazzi. Ho un figlio di 24 anni e una figlia di 21. Ho sempre lavorato dall'età di 19 anni, dopo gli studi di accompagnatrice turistica. Da prima ho lavorato in una ditta di calzature e abiti in pelle. Ero addetta allo smistamento e contatti con l'estero visto che parlavo le lingue. Mi facevano fare anche l'indossatrice. A vent'anni sono stata con mia mamma in ufficio dell'azienda di mio papà. A 22 mi sono sposata continuando a lavorare per l'azienda di mio papà oltre che tenere la contabilità per l'azienda di autotrasporto di mio marito. A 34 anni sono stata titolare di una cartoleria, edicola, tabaccheria e a 38 mi sono malata di sclerosi multipla.
Mi hanno diagnosticato la malattia l'8 ottobre 2004. E' stata una bomba a ciel sereno. Tutto è iniziato ad agosto del 2004. Ho cominciato a zoppicare. Ma non davo molta importanza alla cosa e visto che avevo un negozio, ho continuato ad andare a lavorare. A settembre, andando a casa dal lavoro, il mio piede destro premeva l'acceleratore a scatti e li mi sono preoccupata e sono andata dal dottore che mi ha mandato d'urgenza all'ospedale. Mi hanno ricoverato e dopo 15 gg di ospedale, la notizia. Una bomba. Sono rimasta a casa subito dal lavoro, ma ho dovuto mettere in vendita il negozio con gran dispiacere. Mi piaceva stare a contatto con le persone. Le amavo e loro amavano me. Dopo circa un mese ho superato la cosa con la forza di volontà e girando per ospedali in cerca a una soluzione alla mia malattia, ho visto giovani colpiti da sclerosi multipla alle mani, alla parola e ho detto: io sono stata fortunata, almeno a me ha colpito solo le gambe. In quel momento ho detto: io barcollo ma non mollo.
Ogni malato di sclerosi multipla vive la propria malattia a modo suo. Come ogni malato vive il suo stato a modo suo. E dire cosa pensa e a cosa crede è soggettivo.
Da sclerosi multipla non si guarisce, si può arrestare in qualche caso, ma la fine è la carrozzina. Io ho tanti amici ammalati di sclerosi multipla.
Se non ha la forza di reagire, crede sia una punizione e pensa che la vita per lui sia finita.
A Medjugorje sono andata nel febbraio 2011 quando i miei zii mi hanno proposto un viaggio, loro pensavano già alla mia guarigione, ma io non sapevo né cosa era Medjugorje, non conoscevo la storia e non sapevo dov'era.
Io credevo che esistesse un entità superiore, ma non credevo alla chiesa, ai preti e alle istituzioni. Da Medjugorje sono tornata a casa convertita. Ho cominciato a credere e a pregare.
Le autorità non le ho ancora sentite. Comunque saranno caute a descrivere l'accaduto ed è giusto che sia così. A gennaio ho degli esami strumentali da fare e poi comincerò a rivolgermi ai dottori. Per ora sto facendo fisioterapia per riattivare la muscolatura che per colpa della carrozzina e di una caduta dove ho fratturato la terza vertebra sacrale, non esisteva più.  
A Medjugorie non dovevo neanche esserci questa volta, perché il 13 settembre i miei amici si sono sposati. Un anno prima mi avevano invitato e io mi ero comperata il vestito... Beh, il 13 settembre loro si sono sposati e io il 13 sono stata guarita. Con me c'erano tante persone e anche mia figlia. Ho fatto un atto di fiducia e Gesù mi ha preso per mano e io ho cominciato a camminare.
E'  stata davvero una cosa grande e meravigliosa. La cosa che è cambiata è che ora cammino e non uso la carrozzina. Sto facendo fisioterapia per rinforzare la muscolatura e poter così essere totalmente autosufficiente. Ora dipendo ancora dagli altri e anche se non uso la carrozzina devo sempre avere degli aiuti. Io ero, sono e sarò quella di sempre. Serena, paziente, in pace con me stessa e con gli altri. Amica di tutti.
Ora ho una grande responsabilità e testimonio ciò che ho ricevuto. 
Io prego sempre per gli altri, come ho sempre fatto, prego per i bambini mai nati, per i bambini che vivono nella violenza, per tutti i bambini. Prego per le famiglie, per gli ammalati, per i non credenti e per i sacerdoti. Alla Madonna chiedo come ho sempre fatto che ci tenga sotto il suo manto e che ci faccia arrivare a suo Figlio Gesù. Comunque io ringrazio sempre Maria che mi è madre. Lei è la mia mamma celeste, come lo è per tutti. Apriamo il nostro cuore e la sentiremo vicina a noi.
Il male che oggi affigge l'umanità intera è l'orgoglio e l'indifferenza. Se non ci fosse l'orgoglio, non ci sarebbero le guerre e non parlo solo delle guerre che si fanno con le armi, parlo delle guerre che ci sono nelle famiglie, con il vicino di casa. Parliamo tanto e critichiamo. Siamo sempre pronti a puntare il dito. Ma se pensiamo che puntando un dito ne abbiamo tre rivolti a noi, le cose cambierebbero. Guardiamo sempre la pagliuzza nell'occhio dell'altro e non ci accorgiamo della trave che abbiamo noi.
Cosa dici ad un malato di sclerosi? Di non mollare mai, di abbracciare la propria condizione, la propria croce e di chiedere di aver la forza per affrontare il calvario di cui è sottoposto. Il Signore non fa dispetti e non da mai croci più grandi di quello che siamo in grado di portare. Di fidarsi di ciò che il cuore dice.
Il consiglio che do a tutti: credete e chiedete. Vi sarà dato. I tempi di Dio non sono i nostri. Parlare con Lui come se fosse il vostro amico del cuore. Pregate Maria che Lei vi ascolterà e le farà arrivare a suo figlio Gesù. Le preghiere di una Madre non saranno mai negate. Non piangetevi addosso, anzi date coraggio agli altri, vi sentirete migliori e pieni di forza, quella forza che vi porterà al Padre. Che Dio vi benedica. 
Con affetto
                 Gigliola Candian

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