Marija Pavlovic a Rezzoaglio
di Emanuele Mor

Una chiamata telefonica mi portava inaspettatamente ad ascoltare — sabato 18 febbraio, dopo la S. Messa, nella Chiesa parrocchiale di Rezzoaglio — le parole di Marija Pavlovic, una delle veggenti di Medjugorje.
Marija, venuta in Italia dagli Stati Uniti dove in un Ospedale dell'Alabama aveva donato un rene al fratello molto ammalato, si trovava infatti in convalescenza e assolutamente in incognito in questo paesino dell'entroterra ligure. Esiste una intelligenza della Grazia che si forma nella purezza del cuore ed è caratteristica delle anime in contatto col soprannaturale. Marija con grande naturalezza e in ottimo italiano ha immediatamente riconosciuto i visi noti della sua Medjugorje lontana, e con la chiarezza di chi possiede quale metro di giudizio le cose del Cielo, ha affermato subito: «Ho visitato in questi giorni le chiese di questa vallata: qui la preghiera è morta!». E prendendo lo spunto da quanto la Madonna ha realizzato a Medjugorje, ha tracciato una breve storia delle apparizioni, riportando le proprie esperienze di apostolato coi pellegrini.
Ha poi ricordato la precisa catechesi della Vergine, insistendo sulle varie forme di digiuno a pane e acqua e di rinunce ai piccoli piaceri, televisione compresa e sull'assoluta necessità di preghiera senza sosta, fatta col cuore. Ha inoltre affermato che la Santa Messa va ritenuta sempre il centro di ogni Luce soprannaturale.
La parte più nuova e importante del suo discorso, riguardava la sua esperienza di veggente: non quella di essere stata portata dalla Madonna a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l'Inferno, ma l'avere imparato a conoscere attraverso i colloqui quotidiani con la Madonna del Cielo una nuova dimensione: «Tutte le cose della terra sono nulla — ha detto — ed io stessa nulla valgo, e non so perché la Vergine mi abbia scelta».
La conoscenza di questa Luce soprannaturale la rende santamente orgogliosa di essere veggente. Alla «Ecce ancilla Domini» dopo l'Annuncio dell'Arcangelo Gabriele, segue l'inno del Magnificat: «Tutte le generazioni mi chiameranno Beata!». È da questa Grazia che si incide in queste anime meravigliose la chiaroveggenza limpida della Verità autentica senza sottintesi e false umiltà.
Se confortati dallo Spirito Santo imparassimo a saper vedere questi pezzi di Cielo che Iddio ci concede, non sarebbero necessari tanti ragionamenti per credere e approvare. Mi vengono alla mente alcuni versi di Byron, che inneggiando alle meraviglie dei fenomeni naturali concludeva: «C'è musica in tutte le cose, se gli uomini avessero orecchie per sentire!». Ma oggi non abbiamo più né occhi né orecchie, e non solo per le meraviglie della Creazione visibile!
Gli episodi verificatisi nell'Ospedale dell'Alabama e nel prato prospiciente, raccontati con estrema semplicità da Marija, fanno riflettere sulla realtà della presenza della Madre di Dio e sul suo potere di indurci a credere.
Fin dall'inizio dell'intervento chirurgico, mentre Marija era in anestesia, la Madonna le viene vicino. Marija segue l'operazione in piena coscienza, attraverso il viso della Vergine stessa che approva, aiuta, interviene. Il suo rene trapiantato nel fratello inizia immediatamente a funzionare, e i medici hanno detto che è stato un vero miracolo.
La notizia si sparge, la stampa se ne occupa, sul prato arrivano decine e decine di pullman. Marija scende tra la folla, ed ecco che la Vergine appare e passa in mezzo alla gente, mentre Marija esorta: «Credete in Dio; la Madonna è qui in mezzo a voi!».
Viene il giorno del commiato e il prato diventa una folla sola. Marija dice che non può rimanere, ma la gente grida alla Madonna e crede!
Sì, veramente attraverso Medjugorje, la Luce scende sulla terra!

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