Nulla è impossibile a Dio

Presentazione di Vassula Ryden a cura di P. René Laurentin (da La vera vita in Dio, ed. Dehoniane, Roma 1991, pp. 353, L. 28.000)

Ho fatto questa ricerca, dopo altre, essendo meravigliato, stupefatto per questo moltiplicarsi di apparizioni, comunicazioni e carismi straordinari. Sette anni fa, non conoscevo alcun veggente con visioni al momento; oggi ne conosco a decine. Non conoscevo stigmatizzati; oggi ne conosco una dozzina (Vassula non lo è). Mi pongo la domanda: «Che cosa significa questo moltiplicarsi di fatti: illuminismo o effusione di grazia?».
L'intellighenzia ecclesiastica è incline a pensare che la risposta critica, cioè negativa, sia sempre la migliore. Ma il discernimento non può fondarsi che sui fatti, e qui, sovente i fatti sorprendono in modo positivo.
Evitiamo le due insidie che minacciano il discernimento in questo argomento: da una parte chiusura alla Grazia che spegne lo Spirito, dall'altra un illuminismo che la contraffà e ne fa una caricatura. Evitiamo il secolarismo ristretto e il pietismo eccessivo, che deviano in senso contrario. L'importante (spesso ignorato) è il discernimento. Così dovrebbe essere, normalmente, il pane quotidiano di tutti i veggenti e di tutti coloro che si sentono chiamati a condividere la loro grazia.

Chi è Vassula?
Vassula Ryden è nata in Egitto da genitori greci il 18 gennaio 1942. Ha sposato nel 1966 uno studioso che è diventato nel 1968 funzionario della F.A.O. Da quel momento, la carriera di suo marito l'ha portata a vivere da un paese all'altro: 16 anni in Africa (Sierra Leone, Etiopia, Sudan, Mozambico, Lesotho), in seguito per qualche anno in Bangladesh, in Asia (marzo 1984). Un nuovo incarico di suo marito l'ha condotta provvidenzialmente in Svizzera (agosto 1987) in una posizione privilegiata per diffondere il suo messaggio.
Il suo tipo biondo nordico, la farebbe pensare svedese come suo marito. Suo padre, benché greco, era biondo. I suoi genitori entrambi greci nonostante che risiedessero in Egitto da due generazioni. Da tutto il suo essere aleggia un equilibrio armonioso, che deriva da una pace profonda. Il comportamento è discreto, senza timidezza; il perfetto equilibrio è accompagnato da una grande sicurezza interiore.
Riceve i suoi messaggi in inglese, lingua di cui ha maggiore padronanza, ma parla anche greco, francese, svedese ecc. Per molto tempo è stata una donna pienamente impegnata nelle alte sfere mondane: indossatrice nella capitale del Bangladesh, ispirata pittrice, al centro di relazioni mondane e di successo, che ormai per lei sono cose superate. Ha mantenuto un portamento elegante, che ancor oggi si nota, pur nella sua perfetta modestia. Per 30 anni (1955-1985) non ha mai messo piede in chiesa, salvo che per gli obblighi mondani di matrimoni o funerali.
Tuttavia, nella sua infanzia, ha fatto due sogni che l'hanno molto colpita. A dieci anni, nel sonno, una chiamata di Cristo che, con una forza irresistibile, l'attirava a Sé.
Nell'anno seguente, a undici anni, ha visto in sogno il suo matrimonio spirituale con Gesù. La Vergine l'aspettava con le braccia aperte e aveva preparato gli abiti e l'acconciatura per questo matrimonio. Ne fu così colpita che ne parlò a sua madre, tuttavia la sua vita non fu trasformata da questi sogni.
Oggi, questo sogno dimenticato è ritornato vivo e pertinente, come una promessa realizzata. Maria Maddalena era presente alle sue nozze spirituali, così ricorda Vassula. Ma non era che un sogno, scivolato via col passare del tempo. E così si era allontanata dalla pratica religiosa, nella corrente che ha portato fuori strada tanti cattolici della nostra epoca, all'indomani del Concilio. Vassula, dalla sua infanzia, non era entrata in chiesa più di una decina di volte.
L'ordine modesto del suo abbigliamento, i biondi capelli che inquadrano il suo viso, come alcuni quadri classici di Cristo, sono un segno positivo. Anche la sua casa è tenuta in ordine perfetto, come ho potuto constatare nelle case di altri veggenti, che uniscono la preghiera al senso pratico, l'amore di Dio all'affetto per i loro cari. Tutti coloro che hanno visitato la sua casa da allora l'hanno ampiamente confermato.
– Ma suo marito, come ha considerato la sua nuova vita di preghiera?
– L'accetta, ma non partecipa. Mio figlio più giovane, invece, partecipa. (Vassula ha due ragazzi, Jan e Fabian, 18 e 13 anni). Mi sostiene e mi difende in caso di difficoltà.

L'angelo purificatore
– E quando sono iniziate queste comunicazioni di Cristo?
– Nel corso dell'ultima settimana di novembre del 1985, ma non era ancora Cristo.
– Che cosa è successo quel giorno?
– Ho sentito nel mio corpo come uria vibrazione soprannaturale che mi usciva dalle mani. Scrivevo una lista di acquisti da fare, ma la mia mano tremava e la matita era la più forte. Ho cominciato a scrivere messaggi spirituali. Era il mio angelo custode.
– Come ha potuto capire che era il suo angelo custode?
– Perché ha scritto (con la mia mano): «Io sono il tuo angelo custode».
– Ma infine, quando lei scrive, agiscono gli stessi suoi muscoli!
– Sì, ma se resisto, quella forza non si ferma. E succede così anche con Gesù. Una volta ho cominciato a dubitare, mi dicevo: «Non è possibile che mi succedano queste cose». Volevo lasciare la matita, ma Gesù, come per incoraggiarmi, ha preso più completamente possesso della matita. Egli scriveva più svelto per dirmi di non dubitare.
– Ma per il momento, siamo ancora all'angelo...
– L'angelo mi preparava. Era come una purificazione. Mi ha mostrato i miei peccati, come si possono vedere nel Purgatorio. I peccati più piccoli, che mi sembravano una nullità, li vedevo con altri occhi: immensi, e tutto ciò mi faceva talmente male che odiavo me stessa. Come avevo potuto agire in quel modo? È stata una grande purificazione.

Sotto la dettatura di Gesù.
– Per quanto tempo è durato? Due anni?
– No, con l'angelo solo tre mesi.
– E alla fine di questi tre mesi, chi si è manifestato: la Vergine? Il Cristo?
– È venuto Gesù e mi ha fatto questa domanda: «Quale casa è più importante: la tua o la Mia?».
– Lo vedeva in quel momento?
– Sì, interiormente. Lo posso descrivere. Gli ho anche detto: «Hai spesso l'aria triste». Egli mi ha risposto: «No, non sono triste quando mi trovo con anime umili, con quelli che si immolano, con quelli che Mi amano».
– C'è un punto in questi messaggi che presenta un problema. Cristo le ha detto più volte che Egli soffriva. Ma, ora che è risuscitato, soffre ancora?
Il mio padre spirituale mi ha fatto questa obiezione: «Come può soffrire dato che è glorificato?». E
– Gesù ha risposto: «Io soffro perché sono unito a voi e provo sofferenza quando vi ribellate a me».
– Il discernimento di Cristo è iniziato tre mesi dopo quello dell'angelo, dunque nel febbraio 1986. Come è accaduto?
– Fino a quel momento avevo soggezione del Cristo, ma il giorno in cui ha preso il posto dell'angelo, senza che io lo sapessi, Egli mi ha detto al termine del messaggio. «Ecco, è così che tu devi essere. Intima con me». Egli insiste su questa intimità.
– Durante questi dettati, lei è in estasi? È distaccata dal mondo esterno, come i veggenti di Medjugorje? Non mi pare.
Non vedo quello che mi circonda, ma sono assorbita da Gesù e dal suo messaggio. È un po' come quando lei scrive alla scrivania e non pensa minimamente a quello che la circonda, che tuttavia rimane presente al suo sguardo.
– Ma lei è molto condizionata! Nei veggenti di Medjugorje, le apparizioni stimolano soprattutto la libertà.
– Egli mi ha chiesto di non fare un passo senza chiederglielo.
– Ma è trasformata in una specie di robot? Non è nemmeno la sua scrittura, è quella di qualcun altro. E quantunque sia la sua mano, un grafologo non oserebbe affermare che si tratti della stessa persona.
– Sì, Gesù però mi ha detto e mostrato chiaramente che questa scrittura non è scrittura automatica,
come suppongono alcune persone. Un giorno Egli mi ha detto: «Oggi scriverai il mio messaggio con la tua stessa scrittura, di modo che coloro che non hanno ben capito la Grazia che accordo a te, possano capire che ti ho donato anche la Grazia di udire la mia voce. Oggi lasciami solo dettare. Ascoltami e scrivi».
Qui, Vassula mi fa vedere il suo quaderno nel quale la scrittura cambia per il messaggio che segue: la sua piccola e sensibile scrittura comincia: «Vassula, i giorni ora sono contati».
E questo messaggio di due pagine termina con queste parole (sempre con la scrittura personale di Vassula):
«Ecco per coloro che pensano che la tua mano sia spinta da me, senza che tu capisca e comprenda che io, il Signore, ti ispiro. Ora continuiamo nel modo che mi piace, mia Vassula».
E qui riappare la scrittura più grande. «Ricevi la mia pace, sii attenta».
No, Vassula non è sotto una dipendenza meccanica né robotica. È ispirata e non manipolata, e si esprime con perfetta spontaneità. È libera, calma e felice. E più una ricettività che una dipendenza. Nessuna coercizione, ma una accoglienza d'amore. Le chiedo precisazioni.
— Ma, in questi messaggi, è la sua mano che si muove, oppure sono dettati all'orecchio?
– Sono dettati all'orecchio!
– Ma lei ha detto che la sua mano, in qualche modo, è spinta.
– Sì, è simultaneo. All'inizio, Egli guidava la mia mano senza dettare. Un giorno mi disse: «Mi piacerebbe che imparassi a udire la mia voce interiore». Ed in sei settimane, ho imparato ad udire la Sua voce. È un dettato, parola per parola, e a volte ci sono parole che non capisco. Devo cercarle sul vocabolario.
– Ha difficoltà anche con parole inglesi?
– Sì, ci sono parole che non conosco. Altre volte Gesù mi detta il paragrafo completo e devo sbrigarmi a scriverlo prima d'averlo dimenticato. Ma se dimentico qualcosa, Lui mi ricorda la parola che ho saltata. Un giorno mi ha invitata a confessarmi, io era contraria alla confessione. Desideravo cancellare la frase iniziata e Lui mi ha bloccato la mano. Era come se la matita fosse caduta in un buco. Allora ho spinto con l'altra mano che sentivo più libera e la matita ha fatto un giro nelle mani, è balzata via e la mano si è rovesciata all'indietro.
La differenza della grafia è evidente. Quando Vassula scrive sotto dettatura, la scrittura è grande con lettere molto alte. Quando scrive di sua iniziativa per commentare, o precisare, la scrittura è piccola e sensibile. Vassula d'altronde scrive due volte: una prima volta, molto in fretta, poi ricopia in modo più curato, eliminando le parti personali e private.
– Quando ricopio, Lui mi corregge — essa precisa.
– Ma fra le parole, lei, a volte, disegna dei cuori, molti cuori.
– Vogliono significare il Sacro Cuore.
– E anche questo è comandato alle sue mani?
– Sì, seguo. Alcune volte è un pesce (simbolo di Cristo).
– Lei, or ora ha detto: Egli è trascendente e vicino, adorabile ed intimo. Come concilia questa familiarità con l'adorazione?
Prima, scrivevo seduta. Ora scrivo in ginocchio davanti ad un tavolino, nella mia camera dove c'è una decina di icone. All'inizio non stavo in ginocchio, ma quando capii veramente il messaggio, capii anche la grandezza di Cristo. Egli mi disse: «Vassula, non merito un po' di più?». Da quel momento, mi metto sempre in ginocchio.
– E quanto tempo dura...
– Quattro o cinque ore, a volte sei: quattro nella mattinata e due nel pomeriggio.
– Allora lei non solo scrive, ma prega, chiede?
– Sì, Gli riferisco tutto. Mi ha detto che non devo fare mai un passo senza chiederGli: «Vieni a Me, chiedi consiglio ed Io ti dirò».
– E che cosa le chiede Gesù?
– Che io diventi santa. Questo mi ha fatto paura. Credevo volesse dire: «Va' in monastero, lascia la tua famiglia!». Lo fuggivo. Sono ritornata a Lui per dire: «Vuoi che sia franca con Te?». Rispose: «Sì». Allora Gli ho detto: «Non posso amarTi come sono?». «Certo. È questo che voglio, perché ciò che conta è il cuore. Resta come sei». Ma ha aggiunto: «Se il sale è insipido a cosa serve? Non è l'abito che conta, ma il cuore».

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