21 settembre 1988 (e altre date): “Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine.”
“Figli miei, la salvezza non è riunire tutte le religioni per farne un ammasso di eresie e di errori… Gli uomini devono vivere la Chiesa e non la Chiesa vivere di loro. Gli uomini devono essere persuasi della verità… La dottrina della Chiesa è di Cristo… Non cambiate la dottrina, ma cambiate i vostri cuori a vivere essa dottrina per la salvezza vostra e del prossimo…
L’Eucaristia sarà un giorno dissacrata e non più creduta la presenza reale di mio Figlio. False ideologie e teologie!…”
(dal recente libro di Saverio Gaeta)

Ampia recensione di don Curzio Nitoglia qui.

Commento di Sr. Emmanuel al mess. del 2 maggio 2016 e riferimenti alle Tre Fontane


La Madonna delle Tre Fontane, un libro rivela il “segreto”
In libreria «Il Veggente. Il mistero delle Tre Fontane»: «Dalla parte d’oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sante e sacre…"

ANDREA TORNIELLI

«Dalla parte d’oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sante e sacre». Sono parole vergate a mano su un quaderno scolastico nel 1947 da Bruno Cornacchiola, il veggente dell’apparizione mariana delle Tre Fontane a Roma. Evento mai riconosciuto ufficialmente della Chiesa, ma guardato con interesse da Papa Pio XII, che incontrò segretamente e nottetempo lo stesso Cornacchiola.

I testi dei messaggi, dopo un lungo è accurato lavoro di ricerca, vengono ora pubblicati dal giornalista Saverio Gaeta, che ha al suo attivo moltissimi libri e saggi dedicati alle apparizioni mariane e che ha avuto accesso per la prima volta a tutta la documentazione inedita riguardante questo caso. Esce per l’editrice Salani «Il Veggente. Il mistero delle Tre Fontane».

Sabato 12 aprile 1947 la Madonna apparve a Roma, in una grotta nei pressi dell’abbazia trappista delle Tre Fontane, al trentaquattrenne Bruno Cornacchiola. L’uomo, cristiano avventista, era in quel momento impegnato a scrivere un discorso contro i dogmi mariani, che avrebbe pronunciato durante un incontro in serata. Con lui c’erano i tre figli Isola, Carlo e Gianfranco, che furono i primi a vedere la Vergine. Dopo un momento di accecamento, anche il papà vide la Madonna, in piedi sopra un blocco di tufo, avvolta da una luce dorata. E fra le mani non aveva il consueto rosario, ma una Bibbia dalla copertina di colore grigio chiaro. Gli si presentò con queste parole: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della rivelazione».

Come già ricordato, l’apparizione delle Tre Fontane non ha avuto un riconoscimento formale, ma il 5 ottobre 1947 Pio XII benedisse una statua che raffigurava la Madonna secondo la descrizione di Cornacchiola e che fu portata in processione dalla basilica di san Pietro alle Tre Fontane. Per il quarantesimo anniversario, nel 1987, il cardinale vicario Ugo Poletti si recò a nome del Papa Paolo VI nel santuario per celebrare la messa. Dai diari e dagli appunti di Cornacchiola, i cui testi vengono resi noti per la prima volta nel libro di Gaeta, si apprende che Pio XII, poco tempo la prima apparizione volle riservatamente incontrare Bruno Cornacchiola. Era il 22 luglio 1947, come documenta il diario personale del veggente: «La notte don Sfoggia mi dice che il Papa mi vuole vedere. Si va e si viene. Tutto segreto». Ai monsignori della Curia romana che gli chiedevano cosa si dovesse decidere circa i fatti delle Tre Fontane, il Pontefice rispose: «Ma che cosa dobbiamo decidere? Non si fa del bene? Non si prega? Non ci sono ravvedimenti? Non si accomodano matrimoni? E allora lasciamo che la Madonna faccia quello che noi non sappiamo fare».

Poco o nulla si era saputo dei messaggi, delle locuzioni interiori e delle profezie ricevute dal veggente nel primo periodo delle apparizioni ma anche negli anni successivi, fino a spingersi ad eventi che hanno segnato la storia dell’Italia, come l’omicidio di Aldo Moro, e la storia del mondo, come l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.

Ecco alcuni passaggi del segreto annotato da Cornacchiola e riferito al 12 aprile 1947. Vi si legge tra l’altro: «La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i ministri, specie fra gli Ordini della povertà: prova morale, prova spirituale. Per il tempo indicato nei libri celesti, sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie!...»

Ancora, nello stesso messaggio si legge: «Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte d’oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sante e sacre, quando gli sarà dato di farlo. Abbiate unito al timore: amore e fede, amore e fede; tutto per far risplendere i santi come astri nel Cielo. Pregate molto e vi saranno alleggeriti la persecuzione e il dolore. Ripeto, siate forti nella Rocca, fate penitenze con puro amore, ubbidienza al vero custode della Corte celeste in Terra (il Papa, nda.), per trasformarvi la carne del peccato, dal peccato, in santità! Chiamatemi Madre, come fate sempre: lo sono Madre, nel Mistero che sarà rivelato prima della fine».


Molti anni dopo, sugli stessi 26 gennaio 1996, altri riferimenti al minacce contro il Vaticano: «Quanti sogni si fanno. Questa notte ho visto San Pietro, la basilica, andare a fuoco, e dico: ‘Perché brucia’? Un voce dice: ‘È fuoco purificatore per far comprendere che è l’unica forza di vita e d’amore e non lo comprendono; Dio purifica ogni cosa proprio per far capire a tutti la via della verità per la vita’. Madre cara, eri tu quella voce, l’ho riconosciuta». Ancora, il 3 marzo 2000, in pieno Giubileo, in uno degli ultimi messaggi - sarebbe morto l’anno successivo - Cornacchiola scrive: «Oggi ho avuto una visione molto brutta, che mi ha fatto piangere. Ho visto scorrere molto sangue in San Pietro, tutto il fuori con le scalinate e le colonne intorno e le due fontane. Ebbene, ho visto scolare il sangue e si gridava: ‘A morte i responsabili!’ Ho avuto una brutta sensazione per il Papa e altri».

Profezie certamente inquietanti. Ma l’autore, cronista religioso di lungo corso, conclude il libro con queste parole: «A chi, scorrendo queste pagine, resterà impressionato dalle minacce che incombono sul Vaticano, faccio una piccola confidenza. Dal terrazzo di casa mia si vede il cupolone di San Pietro, a poche centinaia di metri in linea d’aria. E ci sto molto bene, senza alcuna tentazione di trasferirmi in una lontana campagna. Mi è sufficiente tenere a mente, e riproporre anche al lettore, le parole che in più occasioni la Vergine ha ripetuto: «Chi prega non ha paura del futuro». Mentre il cardinale José Saraiva Martins, che firma la post-fazione, osserva: «Come non rispondere con la preghiera ai pressanti appelli per scongiurare le tante minacce che il materno cuore di Maria lascia presagire nelle profezie rivelate a Cornacchiola? Sapendo, comunque, che il loro avverarsi dipende se si concretizzerà o meno la conversione del cuore e l’apertura alla grazia divina da parte dell’umanità peccatrice».

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