TESTIMONIANZA DI ANIA GOLEDZINOWSKA AL MAJCINO SELO (VILLAGGIO DELLA MADRE) - MEDJUGORJE, 2 DICEMBRE 2011

Durante il pellegrinaggio a Medjugorje in occasione dell'apparizione a Mirjana del 2 dicembre 2011 ho avuto la possibilità di ascoltare la testimonianza di Ania Goledzinowska, una ragazza polacca giunta in questo luogo dopo varie vicissitudini. Una storia difficile fatta di sofferenze familiari, di viaggi all'estero nella speranza di migliorare la qualità della sua vita, di sogni infranti dalla realtà cruda dello sfruttamento dei giri di prostituzione, di incontri con persone facoltose e amanti del piacere: momenti di vita agiata contraddistinti però dall'infelicità interiore nella ricerca continua di soddisfacimento dei propri egoismi fino all'uso di droghe. In tutto questo una grande sete di amore che non trovava risposta nelle persone incontrate fino a quel momento.

“Ero arrivata ad un punto tale che avevo pensato di farla finita, era fin troppo facile lasciarsi andare da quel quarto piano in cui mi trovavo”, ha raccontato Ania.
“Avevo tutto, soldi, vestiti, macchine, bastava chiedere e avrei ottenuto, eppure ciò di cui davvero avevo bisogno nessuno era in grado di darmelo, cioè dell'Amore”. “Una notte - continua Ania - ero stata recuperata e sistemata in una camera in condizioni davvero malconce a causa della droga. Ricordo però di aver notato al mio capezzale la figura di un uomo non molto alto, con la barba, che per diverse volte ha scosso la testa senza proferire parole. Era come se volesse dirmi: Ania, Ania ma cosa stai facendo!
Allora non l'ho riconosciuto ma adesso posso dire che quella persona che mi era stata vicina in quel momento era Padre Pio! E' lui che mi ha dato un impulso al cambiamento iniziale, anche se non lo conoscevo. Ma ora che lo vedo nelle fotografie lo riconosco bene”.
Un altro aspetto interessante della testimonianza resa da questa ragazza è stato quando ha spiegato tre atteggiamenti da tenere: perdonare, non giudicare, amare.
Ania ha deciso di perdonare tutti quelli che le hanno procurato del male. Ha invitato i presenti a fare dei gesti di perdono, a non giudicare, ad amare.
Ha presentato poi l'Associazione CUORI PURI e ha sottolineato come, in occasione dell'apparizione del 2 dicembre, avesse chiesto nel suo cuore una conferma alla Madonna riguardo a questa iniziativa; infatti alla Croce Blu erano state posti, in un contenitore, tanti anellini da far benedire.
Ebbene, proprio nel recente messaggio, la Madonna ha fatto riferimento al cuore puro quando ha detto: "Figli miei, solo un cuore puro, non appesantito dal peccato, può aprirsi…"
Ania ha interpretato positivamente questa frase, come un incoraggiamento a proseguire quest'opera, che si prefigge in particolare di promuovere la castità prematrimoniale nei giovani.
Una testimonianza che scalda il cuore quella di Ania, il cui viso raggiante e sincero lascia trasparire la bellezza di una vita rifiorita e piena di Amore di Dio.
Una vita che prima errava nelle tenebre della lussuria e ora, dopo aver attinto al recipiente della Misericordia, (Il Diario di S. Faustina Kowalska l'accompagna nell'attuale fase della sua vita) è piena di luce e di speranza.
Dio opera meraviglie nel cuore delle sue creature e questa storia ne è la riprova.

Nella sua preziosa testimonianza si è anche soffermata sul valore della sofferenza.
A quanti dicono che Dio non esiste perché un Dio buono non permetterebbe mai di far nascere bambini disabili o con altre patologie, Ania ha risposto che: "I bambini disabili hanno già il lasciapassare per il Paradiso. Queste persone svantaggiate nel fisico e nella mente hanno già pagato il biglietto per l'Eternità beata. Essi ci vengono dati nelle famiglie perché attraverso di loro i genitori possano conquistare anch'essi il diritto al Paradiso. Ogni sofferenza è importante e preziosa agli occhi di Dio. Noi ci santifichiamo attraverso la sofferenza! La sofferenza non è un castigo ma un Dono che Dio fa per aiutarci a conquistare la salvezza della nostra anima!" Parole forti.
"Dio poi - ha proseguito Ania - ci parla continuamente, ci offre tanti segni della sua presenza. A distanza di anni, rivedendo l'album della mia infanzia e adolescenza, ho constatato come già allora Dio mi parlava, ma io non riuscivo a scorgere i segni della sua presenza. Infatti, tra le tante cose che mi sono rimaste di quel periodo, ho ritrovato anche il santino di Gesù Misericordioso che una parente mi aveva donato. Già allora Gesù mi era vicino! Ma io non vedevo!"

Bruno Temil, 4 dicembre 2011

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