Emmanuel Segatashya
«Convertitevi finché c'è ancora tempo!»

Chi è Emmanuel Segatashya?

Durante la sua infanzia, Segatashya ha avuto alcune avventure pittoresche. Suo padre l'aveva mandato a scuola a studiare, ma lui, invece di prendere la strada per la scuola, passava le giornate nel bosco. Quando gli scolari uscivano da scuola, Segatashya li precedeva e i suoi genitori credevano che avesse fretta di tornare a casa. Un giorno, i suoi compagni ne parlarono con i suoi genitori. L'indomani il padre lo accompagnò a scuola, ma Segatashya, per paura di essere punito dal maestro, lo piantò in asso e scappò. Un'altra volta, scappò di casa con un compagno. Finirono tutti e due presso un contadino di Butare che li mandò a pascolare il suo gregge. Lontano da casa, Segatashya pensava ai suoi genitori e aveva nostalgia della sua collina. Diceva a se stesso: Mariay'i Rwanda [Dio del Ruanda], oh, se qualcuno mi riportasse a casa!». Quando suo padre seppe deve si trovava, pensò: «Anche se è un ragazzo indocile, mi potrebbe sempre rendere qualche servizio, per esempio, pompare l'acqua per casa e l'avrei qui con me». Andò quindi a prenderlo per riportarlo a casa. Quando il padrone del gregge vide arrivare il padre di Segatashya, cercò con ogni mezzo di trattenere il ragazzo, che era molto stimato dalla sua famiglia. Pagarono quindi un salario a Segatashya e cercarono di dargli anche del denaro in più di nascosto, ma lui lo rifiutò per paura di essere preso per ladro a casa.
Di ritorno a casa, Segatashya aiutò per qualche tempo i suoi genitori, che abitano presso il fiume Akanyaru che segna il confine tra il Ruanda e il Burundi. Segatashya cominciò a gironzolare intorno al fiume. Durante la stagione delle piene, quando arrivavano i viaggiatori per attraversare il fiume, si offriva per trasportare disinteressatamente i loro bagagli. I suoi non riuscivano a farlo tornare a casa. Un giorno di mercato, suo padre andò a prenderlo per portarlo via a forza. Una volta a casa lo rimproverò, dicendogli: «Brutto ragazzaccio, sei ancora piccolo! Non sai che ti potrebbe prender il freddo e che il fiume ti potrebbe trascinar via?». Anche quella volta, la permanenza in casa non durò a lungo. Segatashya conosceva dei compagni ai quali piaceva andare in Burundi. Lo invitarono ad andare con loro; gli fecero balenare la possibilità di guadagnarsi da vivere. Non era ancora passata una settimana da quando era in Burundi che sentì voglia di tornare in Ruanda! Tornato a casa, mise la testa a posto e diventò rispettoso verso i suoi genitori. Fu un bene per tutti. Non si fece iscrivere al catecumenato, e per la scuola era ormai troppo tardi. Aveva superata l'età di ammissione alla prima classe.

«La sua» prima apparizione del 2 luglio 1982
Abitando lontano da Kibeho, a circa due ore di cammino, non era conosciuto a Kibeho, né in collegio né dai cristiani, perché non andava in parrocchia. Ecco come egli stesso racconta la prima apparizione del 2 luglio 1982.
«Ero in cammino, lungo la strada che porta a Kibeho, nella località detta Muhora. Ero andato a vedere il mio campo di fagioli e mi ero seduto all'ombra per riposarmi. Sento una voce che mi chiama 'Bambino, se tu ricevi una missione, sarai capace di compierla?' Nel mio cuore, rispondo senza esitazione che l'avrei fatto. E subito Gesù mi dà un messaggio. Dirai loro: 'Purificate i vostri cuori, perché il tempo è vicino'. Poi mi fa vedere all'interno di un recinto di persone alle quali dovevo portare il messaggio. A mia volta, gli chiedo come si chiama colui che mi manda e da dove viene? – perché sentivo la voce ma avevo un bel girarmi da ogni parte per
vedere, ma non vedevo nessuno lì attorno, nessuno che potesse chiamarmi – 'Se dicessi il mio nome, gli uomini non ti crederebbero'; gli chiedo allora: 'Cosa prova allora che quel che riporto loro è proprio la verità? Io sono ruandese e anche loro lo sono. Mi diranno, chi è che ti manda, che nome dirò loro?'. Allora rispose alle mie domande e mi disse: 'Mi chiamo Gesù' e aggiunse: 'Vai a trasmettere il mio messaggio a quelle persone laggiù'. Gli rispondo – 'Grazie' – mi alzo e mi metto in cammino.
Arrivato là, nel recinto di Robert Ngenzi, ci trovai molte persone, soprattutto donne e dei giovani che fanno seccare i fagioli. Allora, non so proprio come, mi trovai nudo e ebbi vergogna. Quelle persone ebbero paura: alcuni fuggirono, altri si misero a ridere... Una donna mi disse: 'Ragazzo, perché annunci la parola di Dio, tutto nudo? Chi avrà ancora il coraggio di ascoltarti?'. Allora udii una voce che mi diceva: 'Dì loro che il Figlio dell'Uomo è venuto su questa terra e lo hanno spogliato delle sue vesti. Questo ti succede in ricordo di me, un ricordo che non avverrà più e che non verrà più dimenticato' (urwibutso rutazahoraho iteka kandi rutazibagi-ranà). Poi mi disse: 'Apri gli occhi, e mi faccio vedere da te. Tu continuerai ad annunciare il mio messaggio. Se porti a termine bene la tua missione, ci rivedremo'.
Allora vidi il suo volto. Era nero, ma in una luce scintillante. Era di statura media, vestito alla ruandese, con un perizoma. Abbiamo potuto parlare. Quando scomparve, vidi mio padre e i miei fratelli che venivano verso di me. Non so cosa li avesse portati lì. Tornai con loro e si prendevano gioco di me dicendo che ero diventato pazzo. Mi fecero passare la notte da mio zio.
Due giorni dopo, 4 luglio, domenica, Gesù tornò. Parlammo tra di noi. Mi disse che mi mandava a portare il suo messaggio agli uomini, solo che essi diranno che questo messaggio non è comune. Un uomo quindi non può chiedere a un altro cose straordinarie, se non riesce a osservare nemmeno ciò che è ordinario».

Il messaggio
Tra i veggenti di Kibeho, il caso di Segatashya è il più complesso e per diversi motivi. Anzitutto a causa del suo passato: Segatashya era un pagano, emarginato dalle migliaia di cristiani della sua regione. Dal 2 luglio 1982 (giorno della prima apparizione di Gesù) cambiò completamente il suo comportamento; arrivò così al battesimo (Pentecoste 1983) e poi alla Cresima (agosto 1983). L'avvenimento del 2 luglio creò dello scompiglio nell'ambiente del veggente. Dopo la prima apparizione, i suoi genitori e i vicini credettero che fosse impazzito. Quando la cosa fu conosciuta da tutti, la prima reazione fu la stessa e alcuni cominciarono anche a gettare il discredito su tutte le apparizioni di Kibeho, mettendole in ridicolo. Ma era sorprendente sentir parlare Segatashya durante le apparizioni che seguirono. Ciò che diceva era sconvolgente per saggezza e verità. Il suo comportamento abituale era del tutto normale e i suoi discorsi, durante le apparizioni, facevano accorrere le folle. Non era più tacciato di follia, ma ci si chiedeva piuttosto dove prendesse le cose che diceva durante le apparizioni.

Messaggio ai consacrati
Il 18 settembre 1982, Segatashya avvisò la suora superiora e i sacerdoti presenti di avere un messaggio da trasmettere da parte di Gesù ai preti e alle persone consacrate a Dio. Questo messaggio fu registrato su cassetta e dura circa mezz'ora. Inizia così, senza alcun preambolo:
«Vedo che ricevono una missione e quando l'hanno ricevuta, fanno come se avessero preso un cesto di patate dolci che vanno a riporre dietro la porta». Poi rimprovera ai preti e ai religiosi di non occuparsi sufficientemente di quelli che tra loro sono malati, sia fisicamente che moralmente. Dio è padre e un padre fa di tutto quando si tratta dei suoi figlioli. Bisogna essere fedeli ai suoi insegnamenti. Se avete, con un voto, promesso liberamente a Dio la
castità, dovete esservi fedeli. Bisogna riflettere prima di prendere simili impegni, perché non è facile. Se vi affidate a questo mondo che passa, cosa sarà di voi? Perché questo mondo passerà con la vostra vita di quaggiù! Esaminatevi e correggetevi. Dio non abbandona il suo figliolo. Aspetta il suo ritorno. Riflettete e chiedetevi perché Dio vi ha creato e chiamato per questa via.
Viene lanciato un appello alla penitenza e alla conversione. Bisogna saper chiedere perdono e liberarsi dei peccati di infedeltà, di menzogna e di attentato alla vita del prossimo. Gesù ricorda cos'è il sacramento della riconciliazione. Dio solo perdona i peccati, ma egli vuole servirsi degli uomini e affidar loro questa missione.
Egli ricorda il dovere della carità. Amare il prossimo come se stessi. Bisogna guardarsi dall'ipocrisia, dalla maldicenza e dalla calunnia. Egli chiama questi peccati, «la fornicazione della lingua». Gesù rimprovera agli uomini a lui consacrati di essere assorbiti da questo mondo.
Egli ricorda che siamo dei poveri su questa terra e che non esiste che una sola ricchezza, la ricchezza del cuore.
Questo messaggio, del quale abbiamo esposto un riassunto, presenta alcuni problemi se analizzato integralmente. Esaminandone il contenuto e la forma si potrebbe dubitare della sua autenticità. È proprio il linguaggio di Gesù? A meno che Segatashya non ci riferisca ciò che a lui è stato comunicato con il suo linguaggio, con termini da pastore.
Bisogna segnalare soprattutto la conferenza-messaggio che egli tenne a Kibeho, il 2 ottobre 1982, solo tre mesi dopo la sua prima apparizione. Quel giorno salì sul podio e si servì dei microfoni installati sul luogo delle apparizioni. Dovettero abbassare i microfoni, perché è piccolo di statura. Era la prima volta che parlava in pubblico, eccetto quando l'aveva fatto durante le apparizioni. Riferì un messaggio che disse di aver ricevuto da Gesù. All'inizio c'erano alcune centinaia di persone; al termine
della conferenza ce n'erano circa 2.000. Durante il discorso parlò della conversione, del pentimento, spiegò che cos'è il sacramento del perdono. Dobbiamo prepararci al ritorno del Cristo. Ci sarà un ultimo giudizio, ma ognuno riconoscerà la sua vita, senza possibilità di discussione... Noi saremo i nostri stessi giudici. Dopo la conferenza, chiese a quelli che lo desideravano di fare delle domande su ciò che non avevano capito. Ci furono una decina di domande. Egli le ascoltò tutte e si accinse a rispondere a ciascuna di esse, cominciando dalla prima. La prima domanda diceva così: «Segatashya, cosa ci prova che è proprio Gesù che ti manda?». Ecco all'incirca la risposta di Segatashya: «Io, un ragazzo, un analfabeta, se non fossi mandato da Gesù, come oserei presentarmi davanti a questa folla?». Rispose poi a tutte le domande, anche le più imbarazzanti, con molta saggezza, e soprattutto senza incertezza sulla risposta da dare.
In occasione dell'apparizione della Vergine Maria, il 9 luglio 1983, parlando di quel discorso e delle domande che gli erano state fatte, egli spiegò: «Ciò che è sorprendente è che dieci persone si presentarono a turno per fare delle domande, lo non avevo risposto a nessuno di loro e non sapevo come avrei potuto farlo. Ma quando la decima persona ebbe finito, cominciai a capire la domanda della prima persona e mi misi a rispondere, e così di seguito fino alla fine delle domande». Ci potremmo chiedere come poté Segatashya ricordare quelle domande, e rispondere a tutte, lui pagano e analfabeta. Non è forse straordinario?
L'8 dicembre 1982, Segatashya, durante l'apparizione, recitò un rosario intero. Gli appariva la Madonna. Egli annunciò i misteri in stile diretto, per esempio: Presentazione di Gesù al tempio: «Tu presenti tuo figlio al tempio». E lo fece senza sbagliarsi mai. Aveva solo cinque mesi di istruzione cristiana.
Abbiamo già detto della complessità del caso di Segatashya. Anche il suo messaggio è complesso. Egli ci parla soprattutto del ritorno di Gesù e della necessità di prepararsi. Le sue parole, durante le
apparizioni, assumono uno stile profetico. È questo forse il motivo per cui si constatano delle imprecisioni nei suoi interventi? A volte parla in 'parabole'. Segatashya è il veggente più difficile da afferrare, da interpretare, soprattutto quando parla dei segni precursori del ritorno di Gesù.


TEMI SVILUPPATI
Ecco a grandi linee il messaggio di Segatashya, così come risulta dalle apparizioni.
Questo mondo finirà
Segatashya dice che nel giorno del giudizio ciascuno troverà scritto tutto lo svolgimento della sua vita. Egli vedrà che è proprio lui l'autore di quelle azioni e non un'altra persona. Non avrà che da mettere la firma in fondo al foglio; in altre parole, vuol dire che Dio gli mostrerà ciò che ha fatto, ed egli non avrà che da giudicare se stesso e andare dove deve andare. «Non temete, niente sfugge allo sguardo di Dio». Gesù mi ha detto:
«Quando tornerò su questa terra, l'anima cercherà il corpo che aveva su questa terra, poi l'uomo non avrà che da perorare la sua causa con il suo dossier. Se ha fatto il bene, sappia che quello lo conduce in cielo. Se ha fatto il male, si condanna da se stesso senza speranza né appello».
Segatashya disse ancora il 16 settembre 19821 : «Alcuni dicono che se Dio è padre, non può lasciare perire un figlio innocente. A questo riguardo si dicono molte cose... Se Dio fosse veramente buono, perché avrebbe creato Satana? Se Dio è davvero Onnipotente, perché permette che un bimbo di meno di un anno muoia. Oppure che una donna abbia un aborto? Perché la morte? Tutto questo non è ingiusto? No, certamente non c'è un Dio!
Ed ecco la risposta di Gesù: Quelli che fanno questi discorsi non sanno cosa dicono. Dio non sopprime gli uomini, ci «porta altrove» (2). Egli ci chiama a Sé, per dividere con Lui la sua felicità, ecco ciò che devono sapere gli uomini».
«Questi tempi che viviamo, questi tempi che convergono verso Dio, sono tempi di prova, tempi nei quali ciascuno dovrà portare la sua croce. Chi sarà con me, soffrirà. Chi prende la via del cielo camminerà nella sofferenza, fino al giorno in cui si riposerà; perché a partire da quel momento non avrà più da soffrire... Mentre colui che prende la via dell'inferno, cammina senza difficoltà, come uno che scivola sopra un cuscino. Dovrà soffrire una volta per tutte, e questo sarà definitivo».

(1) La maggior parte dei testi citati in questo capitolo sono tratti dall'intervista che mi concesse, a Kibeho, il 16 settembre 1982; quindi solo due mesi dopo la sua prima apparizione. Egli rispose senza esitazioni, sicuro di se stesso.
(2) Kwinmka, traslocare, lasciare un posto per andare ad abitare altrove. Lo stesso Segatashya spiega che si tratta di «lasciare un terreno dove ci sono pietre e rocce per abitare in un terreno fertile».

«Alcuni dicono che il mondo non finirà. Colui che l'ha creato non l'ha fatto per farlo scomparire. Come scomparirà la terra? Come può cadere? Come può rovesciarsi? La sua caduta sarà provocata da un fuoco che verrà dal centro della terra, poi la terra diventerà un braciere di fuoco. Tutto sarà bruciato vivo, sia alberi che esseri viventi».
«Non abbiate paura! Abbiate fiducia! Chi farà il bene lo prenderò con me nel cielo preparato per i buoni. Chi farà il male, che il fuoco venga verso di lui. Affrettatevi a fare il bene, Satana scomparirà da questo mondo e c'è poco tempo ancora. Allora non sarete mai più tentati».

Gesù tornerà
«Ci sono molti che sono disonesti nei confronti dei loro simili e in molti modi. Questo mondo è pieno di odio. Voi riconoscerete il momento del mio ritorno quando vedrete scoppiare le guerre di religione. Quando vedrete questo, sappiate che io sono in cammino. Niente potrà fermare, quelle guerre. Non mi riconosceranno facilmente3. Ecco ciò che vi dirà che sono proprio io che vengo: verrò come un viaggiatore. Ma se passo accanto a un sordo, il sordo sentirà; se passo accanto a un cieco, egli aprirà i suoi occhi e vedrà. Se passo accanto a una madre, essa proverà gioia. Colui che mi ama, anche se si trova sotto la trave di un ponte, io lo troverò. Che non si dica che non bisogna abitare in cima a una montagna, perché forse Dio non arriverà mai lassù. Anche se si trova in cima a una collina, lo troverò̀».

(3) A questo punto Segatashya sembrerebbe contraddirsi: da una parte, quando Gesù tornerà non verrà riconosciuto; ma ecco i segni che permetteranno di riconoscerlo... Ecco come Segatashya spiega questo testo: all'inizio gli uomini non riconosceranno Gesù. Solo dopo un certo tempo, dopo un periodo essi lo riconosceranno dai segni dati sopra.

Il giudizio di Dio
«Ecco come verrà la fine di tutte le cose: ogni persona sarà con il libro della sua vita e perorerà la sua causa di come ha lavorato bene su questa terra, di come ha ben servito il suo prossimo; vedrà così come ha calunniato gli altri».

Come prepararsi al giudizio?
Essere vigilanti: «Uomo che rifletti, tu che sai che Dio è venuto su questa terra, ancora ora, non aver alcun dubbio, sappi che Egli tornerà un'altra volta».
«Uomo che non rifletti, sappi che il mondo finirà con questa vita terrena e non resterà che la vita dell'aldilà. Se tu non hai pensato che a questa vita terrena e non hai fatto niente per la vita dell'aldilà, cosa sarà di te? Questo dovrebbe farci riflettere e indurci a cambiare condotta».
Pentirsi: «Quando l'uomo si pente dei suoi peccati e riceve il sacramento della riconciliazione, Dio perdona. Se ti rifiuti di pentirti quando la via è ancora aperta, cosa sarà di te, quando sarà ormai chiusa? Alcuni dicono che nessun uomo può perdonare i peccati a un altro uomo. È giusto dire che un uomo non può rimettere i peccati di un altro, perché colui che perdona i peccati è lui stesso peccatore. Anche se lui stesso ha delle mancanze, quando fa il lavoro di Dio, quando compie la missione di Dio, anche Dio vede come assolve il suo compito. È vero, nessun uomo può rimettere i peccati, ma è anche a Dio che tu li accusi. Se non nascondi niente all'uomo, è a Dio che non nascondi niente. Quando Dio vede che non gli nascondi niente, che tu gli riveli il fondo del tuo cuore, allora Egli ti perdona».
Segatashya disse ancora, durante l'apparizione del 4 dicembre 1982: «Spesso, diciamo che siamo deboli, ma Dio ci ha dato il sacramento della riconciliazione che noi dobbiamo ricevere almeno una volta all'anno, e con esso noi possiamo pentirci dei nostri peccati.
Non basta pentirsi nel proprio cuore. Dobbiamo anche accusarci di fronte a Dio e chiedere perdono delle nostre colpe. Non vi scoraggiate, perché il Figlio di Dio ci ha tracciato la rotta. Nessuno è senza peccato, ciascun uomo prima della fine del giorno ha già commesso una moltitudine di peccati [...]. (Poi mette in guardia i penitenti dal nascondere delle colpe in confessione). Dite a Dio tutto ciò che avete sulla coscienza per non doverlo dire quando sarà troppo tardi».

Le mie parole non passeranno
«Va' e di' loro di tenersi pronti. Tutto ciò che ho detto, ogni parola che è uscita dalla mia bocca, la osservino fedelmente come io l'ho detta. Di più, coloro che sanno che ho già messo i miei piedi su questa terra, sappiano che io sono in cammino».
«Uomo che non cerchi i beni del cielo e che pensi solo ai beni della terra, sappi che tu dovrai render conto delle mie parole: anche se questo tarda, deve accadere. Tutto il resto passerà ma la mia parola non passerà. L'intero mio progetto come io l'ho previsto si realizzerà».
A proposito della ricchezza: noi siamo insensati. Noi corriamo dietro ai beni di questo mondo mentre sappiamo molto bene che dovremo abbandonare tutto. «Noi corriamo dietro al vento!». «Alcuni dicono che il cielo non esiste, che il cielo è su questa terra. Essi credono che chi possiede la ricchezza e tutti i beni che desidera su questa terra è già in cielo. Eppure, su questa terra noi siamo tutti poveri. Noi abbiamo tutti bisogno dei doni di Dio. La povertà non è non avere patate dolci da mangiare. La vera povertà è quella di essere privati della grazia che ci porta al Signore» (2 luglio 1983). «La vera ricchezza, è la ricchezza del cuore. Quanto ai beni di questo mondo, sono cenere. Se morendo lasciamo il nostro corpo, a maggior ragione abbandoneremo tutto ciò che possediamo. Non ci presenteremo di fronte a Dio con il nostro tesoro».
A proposito delle religioni: a proposito delle numerose confessioni religiose che si rifanno all'unico fondatore Gesù, Segatashya dice all'incirca così: Dio assomiglia a un padre di famiglia che ha molti figli. I figli in famiglia non si sono capiti. La colpa non è del padre ma dei figli. «Guardatevi dal dividervi tra voi, cercate piuttosto di accogliere la parola di Dio allo stesso modo. Vi trovate attorno allo stesso Dio [...] perché volete dividervi? Dio vuole che vi raduniate, che preghiate con uno stesso cuore, che abbiate la stessa fede e serviate lo stesso Dio. Non c'è altro cammino che ci porta a Dio».
A proposito della Vergine Maria: «Come un uomo può amare
qualcuno e disprezzare sua madre? Come potete amare Gesù, adorarlo e lasciare da parte sua madre? La Vergine Maria è la Madre del mondo, la Madre delle creature, la Madre di tutti gli uomini. Così Dio l'ha voluta. Come potete dire che è una donna come le altre? Dio vuole avvertirvi, affinché possiate correggervi». A proposito della preghiera: «Che gli uomini preghino con fervore, tutti insieme. Ma che smettano di chiedere dei miracoli; che sappiano che non sono i miracoli che li faranno arrivare in cielo. Che preghino Dio, che preghino la Vergine Maria, una preghiera che venga dal cuore; che non venga solo dalla punta delle labbra. Che durante la nostra preghiera abbiamo sete di Dio!».
Il rosario: «È la forza del cristiano. Niente è più adatto a convertire il cristiano del rosario, della preghiera e della pratica delle virtù». La sofferenza: Segatashya digiuna e soffre molto ogni venerdì: «Tu devi soffrire molto tutti i venerdì, per aiutarmi a salvare il mondo». A proposito del cielo: «Alcuni dicono che essi andranno in cielo con qualche bustarella come fanno sulla terra. Se si deve parlare di regali, di offerte per arrivare in cielo, bisogna dire che ciò che l'uomo deve offrire come dono a Dio, è una vera preghiera che venga dal cuore (4)»

(4) Segnaliamo alcuni riferimenti scritturistici che possono essere utilmente accostati al messaggio di Segatashya: Dn 12, 2; Me 13, 24-26; Dn 12, 1; Me 24, 30; Mt 25, 31-32; Me 1, 15.