Padre Tomislav Vlasic 

Pregare significa vivere la Redenzione



In precedenza diversi accostamenti al concetto di Redenzione, insieme all'accento posto sulla preghiera: ecco un colloquio sulla preghiera con un sacerdote che ne sa davvero parlare e che soprattutto sa autenticamente pregare. E' padre Tomislav Vlasic, nota guida di molti attuali gruppi di preghiera, e oggi cappellano a Medjugorje. La nostra conversazione s'è svolta nel segno della preghiera.


Padre Tomislav, vorrei parlare con te della Redenzione e della preghiera. T'ho detto l'argomento; dimmi: che cosa ti viene in mente in collegamento con quanto verremo discorrendo?

P. Tomislav: Come prima cosa desidero pregare con te. A non metterci con Dio, quanto qui diremo si ridurrà ad un batter l'aria. Perciò ti chiedo che iniziamo davvero con la preghiera. E chiedo pure a tutti i lettori di questa nostra conversazione di pregare all'inizio ed alla fine (della lettura).


Questo alla sua maniera mi riesce sorprendente. Vuoi chiarirmi come pregheremo?

P.T.: Cominceremo col metterci a sedere, ci mettiamo poi in pace con Dio, ci perdoniamo a vicenda, e perdoniamo tutti. Metterci in pace in modo da sentire come Dio è in noi, e da poter parlare con Lui nel nostro intimo; in modo da percepire come nulla c'impedisce di poter realmente esprimere quanto abbiamo nel cuore; in modo da poter sentire quel che Dio ci dice. E ancora in modo da poterci comunicare a vicenda quanto percepiamo: alla fine il nostro colloquio sarà un frutto dello Spirito Santo.


Se ti ho ben compreso, le indicazioni per la preghiera sono: entrare nel proprio intimo, mettersi nella pace, e perdonare.

P.T.: Sì. Il primo presupposto è che Dio agisce in noi. Perciò incominciamo col sostare nella preghiera per   poter proseguire con frutto la nostra conversazione su questo tema.


D'accordo: preghiamo!

P.T.: O Gesù, dammi la tua pace. Mi è necessaria per dare ascolto alla tua voce. Mi è necessaria per ascoltare le ispirazioni del tuo Spirito per i nostri lettori. Son pentito d'ogni mio peccato, e perdono a tutti. Perciò togli da me il peccato: mi ottenebra. Togli da questo mondo il peccato dell'incredulità che annebbia tutti noi così da non farci riconoscere il tuo volto, e ci assorda,tanto da non farci sentire la tua parola. Effondi il tuo Spirito su di me, e su chi conversa con me. Che il tuo Spirito muova tutte le nostre attitudini - come il cuore diffonde il sangue per tutto il corpo. Effondi il tuo Spirito in questo ambiente nel quale ci troviamo. Allontana da noi ogni spirito maligno ed ogni impulso che provenga da quello.


Così sia. Tu, o Signore, sei colui che si rivela; noi siamo qui a cercarti. Rendi forte il nostro desiderio di te, perché abbiamo a cercare senza sosta, ed a trovare la salvezza.

P.T.: E ti prego, Signore, unisci noi due, perché ci si possa capire. Così stringine a quei lettori ai quali rivolgeremo queste parole. Che queste non siano una lezione da manuale: siano invece una risposta autentica ai bisogni della gente.


Così sia. Ed ora incominciamo il colloquio sulla preghiera. Per te, fra Tomislav, cos'è la preghiera?

P.T.: Per tale elevato concetto penso insufficiente ogni espressione. Perché pregare è lo stesso che vivere. Pregare significa essere con Dio e in Dio. Da qui, incontrarsi con Dio nella preghiera vuol dire sentire e vivere la Redenzione, grazia della quale tanto ascoltiamo e costantemente predichiamo, ma della quale abbiamo sempre una non sufficiente esperienza. Sottolineerei: pregare significa sperimentare, in maniera viva, la redenzione e vivere in pienezza la vita che Gesù ci offre.


Che cosa, più di tutto, è d'ostacolo a una preghiera così?

P.T.: Il problema base è che manca una coscienza del valore della preghiera, nella stessa misura presso i comuni fedeli come presso i sacerdoti. Mi sembra che il nostro rapporto con Dio spessissimo si arresti ai margini d'una valutazione e dell'importanza ch'essa ha. Sono dell'opinione, personalmente, che per una vera disposizione alla preghiera è necessario vivere una conversione interiore. Dio deve diventare il centro della nostra vita.

Concretamente che cosa vorrebbe essere questo? Da dove incominciare?

P.T.: L'inizio è là dove si consente a Dio di essere la realtà centrale del tempo. Direi che noi uomini talvolta lasciamo per Dio gli ultimi momenti della nostra giornata, del tempo d'ogni giorno. Alla lettera, noi per Dio a mala pena sottraiamo alcuni momenti del tempo complessivo. E questo non va. Se troviamo il tempo per ogni altra cosa, è necessario trovarne per la preghiera sia personale che comunitaria. Dovrebbe essere questo quel tempo primo che nessuno osasse "rubare". Tempo fa, conversando con una famiglia italiana ho udito il lamento d'una donna: non le riusciva per nulla di convertirsi per quanto desiderasse cambiar vita. Ho chiesto allora a suo marito se lei impiegasse più tempo per i giochi dei bambini o per la preghiera. Il marito rispose che era maggiore il tempo per i giochi. Allora, a questa donna ho detto, apertamente, ch'era del tutto comprensibile ch'ella non potesse cambiare, avendo portato Dio nella sua vita a un valore inferiore a quello dei giochi dei bambini!


E' dunque questione di tempo!

P.T.: Proprio così. Pregare per cinque minuti è una fatica per la gente. A questo livello dobbiamo vivere una conversione.


Ci sarebbe da aggiungere qualche cosa?

P.T.: Accanto all'insufficienza d'una coscienza della preghiera è anche in questione un'insufficienza di fede. La fede è amica e termometro della preghiera.


Con questo colloquio noi desideriamo, fra l'altro, porgere aiuto ai nostri lettori ad iniziarsi alla preghiera: come?

P.T.: Per una mia profonda convinzione, è soprattutto importante pregare il mattino e la sera. Questo vale tanto per il singolo quanto per il gruppo (la famiglia). La preghiera del mattino dovrebbe essere un offrirsi infantilmente al Signore, ed allora si sarebbe tutto il giorno con Dio. Definirei la preghiera della sera preghiera di Redenzione, nella quale scaricarsi di dosso tutti i pesi della giornata, i peccati e gli affanni, ed andare a riposarsi con la confidenza dei figli di Dio.


Come aiuteresti un lettore che desideri pregare, ma che sente di non saperlo fare?

P.T.: Tutti sanno pregare, se vogliono. Chi davvero si vuol dedicare alla preghiera, imparerà a pregare. L'importante è incominciare. Le formule di preghiera sono fondamentali, e sono importanti nei singoli momenti. A me, ancor oggi, piacciono quelle preghiere d'intercessione dette dai nostri vecchi, a esprimere i bisogni concreti della Chiesa, del mondo, degli affamati, delle sventure, insieme alle proprie necessità personali. In famiglia si possono pregare con frutto il Padre nostro, l'Ave Maria, ed il Gloria al Padre. Importante è che si preghi.


Sacra Scrittura e preghiera: che cosa se ne può dire?

P.T.: La Sacra Scrittura è la via più diretta. E' iniziazione cristiana, è manuale inesauribile, e non dovrebbe mancare né nella preghiera del singolo né in quella comunitaria. Perché ogni volta che leggiamo la Sacra Scrittura, si attua l'incontro con Cristo, e si concorda la propria vita con il messaggio della Parola di Dio.


Per essere di fatto redentrice, la preghiera deve purificare, restituire sicurezza?

P.T.: E' quanto ho detto all'inizio. La preghiera è incontrare il Redentore. Il male sta nel fatto che la preghiera ci redime così poco perché preghiamo tanto male. Molti cristiani pregano appena muovendo le labbra, ma nel loro intimo non avviene nulla. Si potrebbe assomigliare questo al modo di fare d'una casalinga che appena avesse messo il bucato nella lavatrice, lo estraesse subito e lo stendesse ad asciugare. Certo le casalinghe non procedono così, ma i cristiani sì. Bisogna pregare in modo che in noi avvenga la liberazione, la pace, la gioia, la benedizione. Da una condizione così anch'io posso rasserenarmi e attingere forza per ogni mia azione, e per i miei rapporti con gli altri.


Puoi dire ancora qualche cosa sulla preghiera in famiglia?

P.T.: Nella preghiera avviene l'incontro più profondo con Dio. Se ogni giorno la famiglia s'incontrasse con il Dio-Redentore, verrebbero meno molti problemi della famiglia per i quali spesso si cerca e raramente si trova una soluzione, un risultato. E' importante accentuare che il padre di famiglia dovrebbe essere, in un certo senso, il sacerdote della casa, e che dovrebbe, fra l'altro, determinare il tempo e stabilire un ambiente adatto per la preghiera: una stanza in cui regni il silenzio e dove ci sia un crocifisso, un quadro, un'immagine. Lì la famiglia si riunirebbe più facilmente e meglio entrerebbe nella preghiera.


Quando la gente scopre che attraverso la preghiera sperimenta la pace e la gioia, ed infine la salvezza, non se ne sottrarrà.

P.T.: Scopro che la maggior parte della gente difficilmente entra nella preghiera. Riporto questa esperienza dagli esercizi spirituali e dai seminari di preghiera, come anche dalla mia preghiera personale. Un'altra esperienza tuttavia mi dice che la gente dalla preghiera esce contenta. Qui sottolineerei che in quest'Anno della Redenzione (1983) tutti i cristiani devono ormai rendersi conto dell'obbligo della preghiera, e prendere coscienza che senza di essa non sono affatto cristiani. Un cristiano che non prega, si comporta e vive come se fosse senza Dio.


Puoi rivelarci una qualche tua esperienza personale intorno alla preghiera?

P.T.: Ne ho parecchie. Posso dire solo questo: che attraverso la preghiera interiore, e l'affidarsi a Dio, si può giungere a una completa felicità ed a una vita giusta. Di fatto, una vita così diventa infinita. Semplicemente non ci sono limiti e confini per la pace, la gioia, l'amore, la felicità. Neanche montagne di problemi allora turbano l'uomo. Può essere anche confitto a una croce, e tuttavia sentire pienezza di vita e di gioia. Ho incontrato molti cristiani che mi hanno manifestato tale realtà.


Concludendo, il consueto messaggio ai lettori.

P.T.: Vorrei che questo fosse l'inizio d'un pregare, e d'un riflettere sulla preghiera, fra i lettori. La preghiera è una realtà centrale; tutto il resto senza la preghiera si riduce ad essere un procedere in superficie. Desidero che tutti i lettori incomincino a pregare; e che la direzione apra una rubrica di preghiera: come comunità di Chiesa ci esorteremo a vicenda, portando le nostre esperienze in questo campo, e così attraverso la preghiera testimoniare la forza dello Spirito.


Fino a qui padre Tomislav. So che verso i nostri lettori rimaniamo in debito di molti chiarimenti intorno alla preghiera: per esempio, su che cos'è preghiera interiore; ma di questo in altra occasione.