Lascia tutto a Dio e tutto guarirà, risorgerà, fruttificherà


P.Tomislav Vlasic’ è venuto tra noi nel giorno di S.Giuseppe e ha guidato l’Adorazione Eucaristica, il Rosario e la S.Messa. 

Ecco alcuni suoi pensieri: Seguire Gesù per 40 giorni, secondo il percorso indicato dalla Chiesa, vuol dire essere per 40 giorni in un processo di guarigione e di risurrezione. Questo è il senso liturgico della Quaresima. Il punto fondamentale è questo: Dio dà la risposta all’uomo che geme, che soffre, che non si sente redento. Vediamo adesso quali gemiti ci sono in ciascuno di noi e attorno a noi: a livello personale, a livello familiare, a livello politico e mondiale... Dio entra in noi e risponde a questi gemiti. Partecipare all’opera di Gesù è ascoltare e comprendere che Dio risponde ai nostri gemiti. Se non ascoltiamo e se non capiamo che Dio risponde, rimaniamo nel nostro dolore come bambini stizziti, come persone affettivamente immature che vanno un po’ di qua e un po’ di là; possiamo guardare con perplessità a tutti i problemi della società, della Chiesa, del mondo, vederne solo i dettagli, ma non capirne nulla! 

Oggi il Signore desidera che ascoltiamo e capiamo la sua risposta, avviandoci verso la salvezza. Senza questo noi non possiamo capire che cosa significa preghiera, penitenza e che cosa vuol dire seguire Gesù. Nella prima lettura (Es 3,1-8;13-15) abbiamo ascoltato come Dio prende l’iniziativa verso il popolo di Israele; ed è sempre Lui che prende l’iniziativa anche in ciascuno di noi. Mettetevi in questo atteggiamento con questo presupposto: dentro di voi Dio agisce, il suo Spirito Santo geme dentro di voi, Egli vuole la salvezza al di là delle nostre capacità, delle nostre attese, così come si è presentato a Mosè. 

Che cosa fa Mosè? Ascolta! Quando egli vede il roveto ardente, Dio gli dice: Non avvicinarti, togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è terra santa. Per noi questo significa togliere tutto davanti a Dio: i nostri problemi, i pensieri, i progetti, le preoccupazioni, la nostra giustizia, la nostra logica. Solo così potremo cogliere la risposta di Dio. Gesù ha detto che se toglieremo tutto e ci affideremo a Dio, ci verrà dato quel che ci serve, ci sarà dato ciò che è giusto per noi. Davanti a Dio nella preghiera dobbiamo togliere tutto, proprio come Mosè si è tolto i sandali e si è prostrato. La prostrazione dei religiosi e delle religiose davanti all’Altare nel momento della professione solenne, significa abbandono totale e rinuncia a tutto: è la scelta per Dio. 

Questo atteggiamento è necessario in ciascuno di noi perché possiamo cogliere la presenza di Dio e della sua salvezza. Mosè l’ha fatto! E Dio si è rivelato: Io Sono Colui che Sono. Jahveh! Dio può parlare nello stesso modo all’anima che ha tolto tutto. Ciò che riteniamo utile per noi stessi spesso sono idoli, maschere, oppure il nostro modo di concepire Dio. L’immagine vera di Dio che si manifesta non può penetrare la nostra anima, non può raggiungerci perché ci sono tanti dèi, tante preoccupazioni, tanti valori, tante priorità nella nostra vita; bisogna togliere tutto. E’ così che Dio si può manifestare com’è. Com’è Dio? nella Bibbia Dio è venuto a salvare il popolo di Israele poiché ne aveva sentito i gemiti: Dio si presenta sempre come Colui che salva, che guarisce, che risuscita, che dà la vita divina e non quella dei falsi profeti o della televisione. 

Dio quando si manifesta all’uomo dà una vita piena, non può fallire dentro di noi, perché ci dà tutto. Quando un’anima toglie tutto, si apre ad un incontro con Dio; solo allora egli comincia a costruire in quell’anima un mondo nuovo e una nuova società. Perché è apparsa la Madonna? Perché appare in molti luoghi? Non per i pellegrinaggi o per farci incontrare i veggenti, o per cercare “cosettine”, ma per condurci all’esperienza del Dio vero. La crisi della società che vi fa preoccupare risulterà naturale e necessaria per la purificazione dell’uomo, perché egli capisca che deve aprire gli occhi: cercare Dio e la vita in Dio. 

Questi tempi di prove ci devono essere e in essi bisogna ricercare la mano di Dio, la Sua presenza, la Sua volontà di salvare ciascuno di noi e la società. Mosè si è aperto a Dio ed è diventato capace di condurre il popolo. Nessuno dica che Mosè era una persona particolare perché, ciascuno di voi lo è e ognuno può essere chiamato a condurre la propria famiglia, a vivere in armonia con il coniuge, o a qualsiasi altro compito. 

A ciascuno è stata data la grazia; e se ci apriamo, se togliamo le nostre cose e permettiamo a Dio di manifestarsi come Colui che conduce alla salvezza, saremo in grado di guidare gli altri nelle situazioni quotidiane, in ciò che è presente nella società. Dio vuole condurre le anime, vuole salvarle: ciò è bellissimo e sicuramente in questa sua iniziativa non mancherà! Beati coloro i quali vogliono capire, essere aperti e condotti da Dio. Nella nostra vita deve accadere ciò che è accaduto al popolo di Israele e agli apostoli quando hanno capito che dovevano partire, superare la durezza del loro cuore e avere fiducia. Gli ebrei hanno superato il problema del Mar Rosso; voi non avete mai incontrato il Mar Rosso nella vostra vita? E’ il mare dei nostri problemi che è messo davanti a noi affinché la nostra fede cresca. Nel nostro cammino ci sono tappe che devono essere superate. A cosa servono la preghiera, il digiuno e la rinuncia? Servono a togliere tutte le nostre idee, le tensioni, ad aprirci alla salvezza per vedere Dio dentro di noi e sentire la sua voce che salva e che non può sbagliare! Nel Vangelo (Lc 13,1-9) Gesù ci parla di una cosa positiva: porta l’esempio di un fico che non portava frutto; Egli ha permesso che la terra intorno fosse zappata e poi concimata. 

Quando Gesù chiama alla conversione vuole dirci: “Tu sei una pianta che può fruttificare, ho messo dentro di te tutte le grazie; se tu sei infelice, scontento, scontroso, arrabbiato, se odii, ti stai perdendo. Guardati! Comincia a zappare dentro, a coltivare le grazie! Se l’uomo non si converte e non capisce che dentro di sè ha tutta la ricchezza, si perderà. Gesù si consegna per ciascuno di noi. Allora che cos’è la conversione? Gesù vuole guarire la tua personalità, la tua vita, perché diventi un albero fruttifero. L’invito di questa sera è un invito alla guarigione, a una vita più fertile, più felice e realizzata. Cari miei, se questa sera capiste queste parole e cominciaste a metterle in pratica, voi potreste portare l’immagine di Dio Salvatore, l’immagine vera. Non esiste nessuno di voi che non possa cominciare la realizzazione di una vita felice e fertile. 

E’ bello essere cristiani! Ma è bello essere cristiani quando il nostro udito e la nostra vista sono guariti, e si guarisce per mezzo della penitenza, delle rinunce; quando cioè siamo capaci di togliere i “sandali”, di togliere le nostre idee, le perplessità e prostrarci davanti a Dio, al Crocifisso, anche insieme alla famiglia e dire: “Eccomi, ti affido tutto, Tu rivelami il Tuo volto, desidero seguirti come Mosè e raggiungere la salvezza”. Pregate, pregate, pregate per la guarigione del vostro cuore affinché possiate cogliere Dio che si rivela nella vostra miseria. Anche dove sembra ci sia la fine, lì Dio si rivela e dice: “Eccomi, sono venuto per salvarti, per condurti ad una terra nuova, ad una vita nuova”. Preghiamo con gioia! Red   



P.Tomislav ricorda che il 5 agosto ’84, bimillenario della nascita di Maria, Jelena, che era assiema a lui, ha presentato alla Madonna una statuetta di Maria bambina, portata da Lourdes, per farla benedire da Lei e avere così un ricordo di quella data. Dagli occhi della Madonna cominciarono a uscire lacrime normali che poi diventarono lacrime di sangue: poi queste si trasformarono in lacrime d’oro, che scesero sulla statuetta. “In questo si vede un significato -aggiunge P.Tomislav-: Le lacrime di sofferenza saranno appagate con il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Tutto ciò concorda anche con il messaggio a Mirjana del 18 marzo sulla sofferenza di Dio”.  


Mia Madre piange veramente Non ci sembra quindi strano il messaggio di Gesù ricevuto da una carismatica il 6 marzo, che sembra proprio riferirsi alla lacrimazione di Civitavecchia, di Marmore, di Tivoli e di altri luoghi, mentre si pregava intensamente in un gruppo. “Mia Madre piange veramente, figli miei. Se una madre terrena piangesse lacrime di sangue verrebbe riconosciuta come madre di grande amore. La Madre celeste invece viene derisa. E’argomento di scandalo per coloro che se ne servono nella stampa; è oggetto di derisione per coloro che indossano le mie vesti; è motivo di superstizione per chi crede fanaticamente come fosse oggetto di superstizione a cui attaccarsi per essere liberato da ogni male.  Maria in questo momento di profondo dolore indossa la veste dell’umiliazione e versa lacrime di sangue per puro amore perché vede i suoi figli andare verso la perdizione. Nessuno più l’ascolta, anzi ne fa oggetto di derisione. Amatela profondamente, fratelli. Amatela, perché Lei vi porterà alla salvezza e vedrete trionfare il mio Nome attraverso il suo nome. Non confondetevi nella delusione degli uomini. Non rinunciate ad essere figli di Maria e oggetto del Suo Amore, perché Lei si definisce Madre dell’umanità, perché di questo grande titolo l’ha rivestita il Padre. Seguite le sue orme e avrete certa la salvezza. Ricopritevi del suo manto, il manto dell’umiltà. Non abbiate orecchi per gli uomini e siate silenziosi come Lei. Rimanete intatti nello spirito e, piuttosto che pronunciare parole vane, tacete: Lei nel silenzio meditava e si congiungeva con Dio. DateLe spazio nel vostro cuore perché il Suo Cuore sia unito al vostro e abbiate a fare un’unica comunione, unità perfetta fra Madre e figli, ed Ella vi farà sedere al suo desco nella casa di Nazareth. Non sentitevi mai sminuiti ad essere poveri ed umili, ma abbiate l’orgoglio di essere figli di tale Madre e degni figli, attraverso Lei, del Padre. Dunque venerate questa sacra immagine che piange lacrime di dolore per i suoi figli. Io (Gesù) vi dò il mio Cuore: amatela col mio Cuore”.  


Che dice il Card. Ratzinger - Richiesto di una riflessione sulle recenti e numerose lacrimazioni di effigi mariane, all’apertura del Congresso mariologico internazionale di Loreto, il Card.Ratzinger ha risposto: “La nostra fede non è fondata su certi segni e miracoli, che possono anche aiutare; ma alla fine quel che conta è il suo fondamento più profondo e più radicale nell’incontro con Dio. Quindi ci può essere un inizio, un risveglio del senso del soprannaturale... Non bisogna sopravvalutare tali fenomeni: lasciare, sì, agli uomini questo aspetto che può aiutarli, ma nello stesso tempo essere molto chiari. Questo non è il fondamento della fede, e se una cosa si mostra non soprannaturale, non meravigliosa, non si rompe la fede, perché i suoi fondamenti sono molto più profondi”(22 marzo’95).  


Prendere molto seriamente i segni: se sono da Dio, reggono - Dopo il chiaro intervento del Card. Prefetto della Congregazione della Dottrina della fede, P.Tomislav spiega: Davanti ai segni del cielo dobbiamo essere molto seri, non superficiali e nemmeno guardarli in una logica solo umana. Alcuni segni di questo tipo la Chiesa li ha già riconosciuti (vedi Siracusa). Di fronte a questi fenomeni, deve seguire una risposta di fede e di conversione pratica a Dio. Allora questi segni potranno essere oggetto di vero discernimento; e dagli effetti constatati risulterà se sono da Dio o meno. Se sono da Dio cresceranno i frutti di conversione, se sono falsi, tutto cadrà nel nulla. Come Dio opera nei sacramenti, che sono segni della grazia, così Egli può operare con molti altri segni (anche satana ha le sue manifestazioni). Questi segni non sono fondamento della fede, nel senso che la fede non può basarsi su di essi, ma sulla parola di Dio. Quando però Dio chiama o si fa sentire con dei segni, dobbiamo accoglierLo così perché si è degnato di darci un ulteriore prova della sua Presenza e un richiamo del suo Amore...  


Eco 119 - maggio 1995