Il convegno su Chiesa viva, guidato da P. Tomislav Vlasic' si terrà a Numana AN dal 18 aprile (ore 17) al 21 (ore 12). Per informazioni rivolgersi ad Andrea Casadei, v. Tiziano 34, AN, tel./fax 071-82425: ore 13,30-14,30; 21,30-22,30  



Quattro passi concreti per un cammino spirituale 


Quando dentro di noi lasciamo agire Dio e si sviluppano i suoi programmi, tutto ciò che è esteriorità cade, diventa inutile. Questa chiamata è molto grande, ma la strada la percorre solo chi cammina nel cuore, dal di dentro. Occorre quindi fare alcuni passi nella vita spirituale. Leggi Rom 10,9-13... 

1. Primo passo nel cammino spirituale è riconoscere Dio come Padrone di tutto. E’il timore del Signore, che non è la paura di Dio. 

Purtroppo abbiamo perso il senso del timore reverenziale che faceva prostrare Mosè davanti a Dio con ammirazione e stupore. Noi siamo pieni di paura perché non abbiamo trovato l’aspetto positivo di questo timore che ci fa amici di Dio. Ne vengono interpretazioni e atteggiamenti negativi: il povero, l’afflitto, il colpito, chi ha peccato si sente un poveraccio, invece di sentirsi beato come la Madonna; l’umile che spera diventa un illuso invece di esplodere di gioia in attesa del Signore; chi ha peccato teme il castigo di Dio invece di esultare per la sua misericordia. Il timore reverenziale pone la creatura di fronte al suo Creatore con ammirazione e amore e la rende libera. La contemplazione della sua grandezza l’attira e la eleva. 

2. Il secondo passo è riconoscere che Dio è il Signore, Padrone di tutte le situazioni. Questo che noi esprimiamo nel Credo deve diventare un atto interiore, concreto, palpabile e vissuto nella nostra profondità. L’ho sperimentato personalmente quando, in un periodo particolare della mia vita, percepivo intorno a me barriere di chiusura; era proprio tutto chiuso, con tanti problemi che non riuscivo a smuovere, a sbloccare: le persone mi erano contro, erano contro quello che Dio voleva da me e di cui ero sicurissimo. Cosa ho fatto allora? Mi sono rivolto a Dio così: “Tu sei il Signore, Tu sei il padrone; io ti do me stesso e questa situazione. 

Sii Tu a prendertene cura; io non ne sono più responsabile. Sono pronto a tutto quello che vuoi fare su di me: vuoi che vada in galera? Fallo pure. Vuoi qualcosa di peggio? Fallo pure. Io non ti dico nulla: mi sono offerto e perciò non voglio sapere né come, né quando, né dove. Sei Tu il Signore, fa Tu come vuoi”. Mi sono disposto in un atteggiamento di donazione totale. Ho lasciato persone, situazioni, tutto: e in quel momento ho sentito che la mia anima era libera, i problemi non mi schiacciavano più. Ho ripreso a vivere, a respirare. 

Questo è l’atteggiamento di adorazione: Dio è Dio, che cosa posso suggerirgli io? Perché devo condizionarLo? Dio è il Signore: a me non appartiene nulla. 

So che Lui è il padrone di tutte le situazioni; Egli adopera il mio passato come se fosse presente, adopera gli altri perché sono suoi; tutto adopera per il bene perfetto. Dio può farlo. Vivere questo atteggiamento vuol dire vivere in libertà: spariscono i timori, le preoccupazioni, le curiosità. In questi tempi ci si preoccupa spesso di quando verrà Gesù, di dove verrà: ma che importanza ha sapere quando, dove? Ciò che conta è che Lui è padrone oggi di me, del mio passato e del mio futuro. Questo ci apre il cuore alla luce e in essa possiamo camminare. Dove non vedi tu, vede il Signore: così puoi camminare anche nelle tenebre poiché è Lui che ti conduce. 

E’ bellissimo sapere che Egli può cambiare tutto il tuo passato! E’ soltanto con questo atteggiamento che avviene l’apertura dell’anima e che possiamo esclamare con S.Francesco: “Mio Dio e mio Tutto”, altrimenti si resta chiusi negli sbagli, nelle offese date e ricevute, nei fallimenti. 

3. Permetti a Dio di condurti avanti in ogni situazione. A volte l’anima sente ciò che Dio vuole, ma non si fida, non si vuol muovere, resta pigra. Occorre essere “vivaci nel cuore”, permettere al Signore che la sua parola e la sua volontà diventino in noi vita. Quante comunità e gruppi sentono tante belle cose, ma non si muovono, perché manca loro questa vivacità, una risposta generosa per la quale Dio può trasformarci, oltrepassando tutte le nostre conoscenze e i nostri calcoli. Se non si oltrepassano queste nostre visioni, si rimane nel buio. Dio è OLTRE tutto questo. E’ proprio la ragione per cui Gesù non ha fatto miracoli nel suo paese: erano fermi ai loro concetti, alle loro attese. 

Mentre l’atto di fede è grandioso e ci porta dove noi non pensiamo: è dove ci vogliono condurre Gesù e Maria se abbiamo un atteggiamento di apertura totale. E dentro di noi lo Spirito di Dio grida: Abbà, Padre!: dobbiamo unirci a Lui anche quando non sappiamo come pregare. Questo vuol dire essere aperti sulla strada della luce, della conoscenza di Dio. Senza questa apertura, senza dare questa larga possibilità allo Spirito dentro di noi, tutti i convegni, tutte le Scritture, tutto quello che abbiamo imparato non serve a nulla, non possiamo muoverci. 

La Scrittura dice: Chiunque crede in Lui non sarà deluso e aggiunge: Chiunque invocherà il Nome del Signore sarà salvo (Rom 10,11.13). Vedete la potenza della preghiera! Eppure noi non l’abbiamo ancora provata, proprio perché mancano i presupposti: riconoscere Dio come Dio, come padrone di tutte le situazioni. Non l’abbiamo provata perché siamo chiusi nei nostri concetti, nei nostri punti di vista: non siamo ancora liberi, come ci insegna la Scrittura. Ecco perché dobbiamo arrivare alla vivacità interiore, che non dobbiamo confondere con l’effusione affettiva. Questa vivacità è una libertà di spirito, che ci rende completamente disponibili e pronti ad ogni cenno dello Spirito e ci fa pieni di fede viva e di gioia. 

4. Poi si raggiunge l’amore perfetto. Rimangono fede, speranza, carità, ma più grande di tutte è la carità (1Cor 13). E se vogliamo vedere la strada aperta fino in fondo, ci rimane solo l’amore puro. Quando siamo con Dio, allora siamo una cosa sola con Lui, in noi viene la sua forza; la sua corrente di vita ci attraversa. Chi allora ci separerà dall’amore di Cristo? Né la morte, né le persecuzioni, né la fame, né la spada... Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di Colui che ci ha amati (cfr Rom 8,31-39). 

Vedete, al centro sta l’apertura a ricevere questo amore, che esiste in te e per te in qualsiasi condizione tu ti trovi. Quando sei aperto a questo amore, sei già riempito. Quando siamo in questo amore anche tutti i doni straordinari trovano il loro posto giusto: arriviamo al punto di una chiarezza totale. Prima però è necessario arrivare al buio e perdere tutto il resto; altrimenti questo amore puro non può manifestarsi. Ma nessun maestro, né convegno, né libro ci potrà aiutare, se non mettiamo in pratica queste cose; vi invito a vivere questi passi nella libertà per poter così aiutare la Chiesa e il mondo. 


(P.Tomislav Vlasic’)