Eco di Maria
Regina della Pace

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Marzo-Aprile 1997


L'anno di "Gesù dono del Padre"

Su questo tema si è svolto, dal 2 al 6 gennaio a Numana (AN), davanti a 500 persone, in un clima di famiglia, l'incontro guidato da p.Tomislav Vlasic' per la formazione delle anime offerte che vivono la loro chiamata nelle "Fraternità". Nelle fraternità non desideriamo altro che vivere il mistero della Chiesa. Il massimo che Dio può dare sulla terra è la Chiesa: la comunione con Dio. Tutto il nostro percorso, nascere da Dio e tornare a Dio, liberi nella comunione con Dio, è il servizio della Chiesa. Così ha sottolineato P.Tomislav la funzione di queste piccole famiglie spirituali, presenti su tutto il territorio nazionale, il cui numero nel corso dell'anno 1996 è quasi raddoppiato rispetto al precedente, passando da 50 a 97. 

Le giornate si sono svolte seguendo il ritmo del Triduo Pasquale con al termine la Veglia di Risurrezione, nella quale c'è stato il rinnovo delle promesse del Battesimo e dell'atto di offerta "a Gesù attraverso Maria". 

Riportiamo qui i passi fondamentali delle relazioni di p. Tomislav.

1. L'anno di Cristo: "Gesù Cristo è dentro di noi. Gesù Cristo è venuto in noi e dentro di noi oggi Egli agisce. Perdona, libera e riconcilia con Dio, rendendo la persona piena. Questi anni di preparazione sono un avvenimento in ciascuno di noi, allora occorre essere aperti a una dinamica interiore... Dobbiamo esprimere la presenza di Gesù dentro di noi, poiché c'è il pericolo di vivere questi anni da atei. E' la partecipazione interiore che conta: dobbiamo svilupparla ed è la ragione per cui siamo qui...
Quale chiamata in quest'anno? Siamo chiamati a manifestare la presenza di Gesù che è in noi. Ognuno dovrebbe manifestare Gesù Cristo, manifestare la dignità dell'uomo, portare la liberazione di Dio al mondo. Perché tanta paura del futuro? Gesù mette a disposizione tutto se stesso, ma dentro di noi non può sforzare nulla. Aprendoci, Gli permettiamo di agire. Siamo responsabili per noi e per gli altri, per la Chiesa...

2. Come realizzare questa chiamata. La Chiesa celebra Gesù Cristo unico Mediatore. E' la chiamata della Chiesa intera. Pochi sono quelli che realizzano questo: Maria Santissima è riuscita a realizzare Gesù Cristo unico Mediatore. Per arrivare lì, bisogna vincere tutti gli altri mediatori, idoli dentro di noi che hanno preso il posto di Gesù Cristo crocifisso. E questi sono: le teorie, le abitudini, le forze umane, la logica, le nostre proiezioni... Ovunque ci sono questi idoli, Gesù non è l'unico Mediatore. E se non crediamo a questa verità, tutto ciò rimane soltanto una frase, una predica. Dobbiamo permettere che Gesù agisca in noi togliendo gli altri mediatori, non rinnegando i valori umani, ma lasciando spazio a Gesù.
1° passo: lasciare tutte le ragioni per riposare... Vi porto un esempio. Una ragazza mi ha raccontato il suo desiderio di appartenere a Gesù. L'ho ascoltata, poi ho risposto: Hai argomenti validi, sai tutto. Però ti manca qualcosa: mentre ti ascolto so che il Signore ti ama attraverso di me, ma tu non hai sentito niente, la porta della tua anima è chiusa, sei rimasta tesa, triste. Allora abbiamo pregato e tutto è passato. Mi ha detto: Sono stanca. Gli ho risposto: Vai a riposare tre giorni nella tomba con Gesù per poter ritrovare la forza da Lui. E' bastata qualche ora e la ragazza si è trasformata. Le ho detto: Tutte le ragioni che dicevi sono valide, ma soltanto se sei aperta all'amore di Dio. Ecco, scegliete un riposo incondizionato in Dio!
Le ragioni valide che ostacolano l'amore vi mettono nelle tensioni. Quando ricevete l'amore di Dio, non potete essere tesi, preoccupati. E' necessario lasciare tutte le ragioni, anche quelle validissime, perché dietro a queste può agire anche satana. Per entrare nel riposo della Risurrezione, gli Apostoli hanno dovuto lasciare tutte le ragioni.
...e morire a se stessi per rinascere a vita nuova. 2Cor 4,7-12: Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi... I nostri argomenti devono essere come vasi di creta. Così accetto la morte -l'umiliazione, la negazione- a causa di Cristo e questo dà la vita all'altro e fruttifica nello stesso tempo nel nostro corpo. Così nel passo della S.Messa: Annunciamo la tua morte Signore... Quest'apertura alla morte di Cristo è un passaggio verso la Risurrezione dentro di noi. Se non si muore a tutte le nostre ragioni per essere aperti all'amore, questa potenza straordinaria non può sbocciare. Se avviene questo, posso testimoniare Gesù unico Salvatore-Mediatore. Questo ci apre al
2° passo: l'apertura alla Sua venuta. Un'apertura serena verso il compimento, un orizzonte sereno; lo Spirito Santo può fare tutto in quell'anima protesa verso l'Eternità dove si compie ogni cosa: in questo atteggiamento l'anima fiorisce ed è feconda.

3. I passi concreti. Vi ho detto queste cose a livello teorico, ma in concreto ci può aiutare soltanto la grazia, le virtù. Nelle prove. Voi siete stati provati. E avete sentito le difese: aggressività o depressione di fronte alle calunnie. Nelle prove in famiglia, in casa, con i figli, come reazione scattano le preoccupazioni umane. Se, al contrario, partono i meccanismi di apertura incondizionata all'amore di Dio, allora, pur piangendo e soffrendo, io rimango aperto e da questa prova esco vittorioso. Inevitabilmente ciò si ripercuote anche sugli altri.
Nella preghiera. Occorre sacrificare tutto perché dentro di noi lo spazio dell'amore di Dio sia libero. Non si ottiene questo con la partecipazione alla fraternità, ma con una decisione interiore continua, un esercizio continuo per aprirsi e appartenere a Dio. Allora non ci si può accontentare di una preghiera recitata, letta. La vita comunitaria è vera nell'apertura. Ogni singolo deve fare e sperimentare questi passi, altrimenti nella vita comunitaria non si può costruire la comunione fra le anime. Si arriva dunque a una preghiera esistenziale. Come abbiamo bisogno di respirare, così la nostra anima deve respirare l'amore di Dio. Nella dinamica dell'offerta questo significa rapportarsi in continuo con Dio e vivere questo amore incondizionato.
Nell'abbandono. Qui si vede l'importanza delle sofferenze. Se non ringraziamo per le sofferenze non possiamo sperimentare l'amore di Dio. Ho visto dalla mia esperienza come Dio, per attirare nell'amore un'anima che ha promesso un'abbandono totale a Lui, deve talvolta costringerla, legandole mani e piedi, perché lo lasci fare. Beato chi trova questa porta aperta in sé, la porta dell'abbandono. Il morire a se stessi passa attraverso l'abbandono. Se l'anima rifiuta questo e si difende, allora procura a se stessa amarezze e tristezza. Se invece si abbandona, l'anima sperimenta la gioia e la pace.
La missione. Perché la sofferenza? Perché Dio la permette? Quando io non appartengo più a me stesso ma a Dio, allora Egli può mandarmi nel mondo a sacrificarmi. Quindi non sono più io che mi sacrifico, ma Dio Padre, perché mi sono donato a Lui e Gli appartengo. Quando rispondiamo: Eccomi!, siamo come gli Angeli: aspettiamo la missione. Quando siamo pronti ad essere offerti in pace, allora il Padre ci manda nelle prove; allora, in tutti i casi, vince Gesù dentro di noi perché tutti gli idoli crollano. E Dio Padre ha dentro di noi il suo Figlio che si dona per il mondo. Non manifestate Gesù con le teorie, non cercate di convincere qualcuno, ma fate, vivete con semplicità. Potete essere nascosti. Anzi, raccomando a tutti coloro che vogliono essere "amore sacrificato" di rimanere umili, nascosti, senza ostentazioni. Quel processo in voi è tutto. Esternatelo con la semplicità.

4. Maria è attiva dentro di noi. Perché Maria chiede la consacrazione? Perché appare in tanti posti? Perché Maria è attiva! Ella ci prepara e accompagna verso il Giubileo. Oggi c'è la presenza particolare di Dio Uno e Trino nelle anime. Vi dico: cercate di non rimanere ciechi, sordi, insensibili! Ve lo ripeto: è già presente e vuol agire dentro di noi e attraverso di noi! Non camminate in questi anni in modo folcloristico! Non conta nulla. E' importante un'apertura interiore per sentire la presenza di Gesù in se stessi".
Nell'ultima relazione, p.Tomislav ha indicato numerosi passi concreti da fare per poter realizzare la comunione della Fraternità nello Spirito Santo, camminando con Gesù verso il Padre. Eccone la conclusione: A questo incontro con il Padre, siamo al punto dell'amore universale. Con questo atteggiamento una comunità non può essere chiusa in se stessa. Sente la missione di amare tutti: questa apertura all'universale ci porta a generare; e questo amore di Dio nutre l'umanità.
Nicola

Il prossimo convegno, aperto a tutti, sarà sul tema "Eucaristia vivente" dal 17 al 20 aprile, sempre a Numana (AN). Rivolgersi al Sig. Andrea Casadei tel. e fax: 071-82425 ore pasti.


* I 14 volumetti sui Convegni di P.Tomislav -disponibili anche in audiocassette- e il notiziario trimestrale "Eucaristia vivente" si richiedono ad: Ass. Eucaristia Vivente, Cas. Post. 65017 Penne (PE): offerte al ccp proprio 18537654.