Eco di Maria

Regina della Pace 139

 

 

Maggio - giugno 1998



P.Tomislav risponde...

"Vite donate" nella semplicità e nella familiarità con Dio.

Durante l'incontro di Colle Don Bosco del 27 settembre 1997, P. Tomislav Vlasic' è stato interrogato sulle sue esperienze. Ecco che cosa ha risposto al redattore di Medjugorje Torino (Gen-Feb 1998, n.79) :
D. P.Tomislav, tu sei stato a Medj. quasi all'inizio delle apparizioni: cosa puoi dirci della tua esperienza?
R. La mia esperienza di fondo è questa: davanti a qualsiasi segno divino dobbiamo cercare seriamente Dio. Però non un Dio nebuloso, ma Dio rivelato, Dio Padre che si manifesta nello Spirito Santo per mezzo del Figlio. Cercare la comunione con tutte le creature in questa comunione con Dio, vuol dire vivere la comunione con la Chiesa universale: con i Santi, con gli Angeli, con le anime del Purgatorio e con la Chiesa pellegrina qui sulla terra. In questo quadro della comunione con Dio, possiamo trovare tutto quello che Dio mette a disposizione dell'uomo come strumento di Grazia. In questo tempo, Dio ci ha donato sua Madre in un modo tutto particolare. In questa apertura a Dio, ogni cosa diventa chiara e non si può rimanere al buio, perché Dio stesso si rivela.
D. Perché fai riferimento a un Dio nebuloso?
R. Lo uso come termine chiave, almeno così lo sento io. Moltissime persone cercano Dio ma, contemporaneamente, non vogliono spogliarsi dell'egocentrismo, dell'egoismo. Queste cercano un Dio nebuloso, che soddisfi i piaceri, un Dio che accontenti i capricci, un Dio che coccoli... e non vogliono vedere Dio così come Egli è, come Lui si rivela: Dio Eterno. La ricerca di questo Dio nebuloso apre le strade a tante eresie e spinge a cercare Dio nei movimenti fuori dalla Chiesa , nei metodi, nelle tecniche, nelle meditazioni specifiche. E' una ricerca di Dio che finisce sempre con il ritrovamento di un idolo. Noi tutti siamo chiamati a cercare Dio rivelato e a permettere che Dio si riveli in noi e attraverso noi.
D. Partendo da questa esperienza, tu hai formato una Comunità di sorelle e fratelli che vivono ritirati in conventi, ma anche gruppi di laici consacrati (le fraternità). Li guidi e insegni loro la strada che il Signore ti ha mostrato...
R. Questa domanda mi tocca in modo particolare, soprattutto dici: "insegni loro...". Il mio intento iniziale era quello di vivere il mistero di Dio, allargare lo spazio e il tempo nella mia vita per immergermi sempre di più nell'esperienza di Dio. Questo era il mio desiderio. Insegnare agli altri è venuto come bisogno di condividere l'esperienza di Dio e basta. Da qui nascono e si sviluppano le Comunità e le Fraternità dei laici...
D. Qualcuno però dice che molti giovani che entrano nelle Comunità, o nei gruppi religiosi, sono solo dei frustrati che cercano un rifugio nella religione.
R. Il termine frustrato è molto impegnativo... In questa parola io vedo una parte molto delicata, sia per chi è frustrato e cerca Dio, sia per chi accoglie la persona frustrata. Se la persona frustrata non fa esperienza di incontro con un grande Tu, Dio, attraverso la comunione di fratelli e sorelle, facilmente essa si chiude nella propria frustrazione e cerca Dio come antidoto al suo infantilismo e alla sua immaturità. Dal canto loro, quanti accolgono un giovane frustrato, hanno l'obbligo di portarlo a Dio, al grande interlocutore, dove la persona ha la possibilità di sbocciare nella vita piena, nella vita eterna. Gesù ha amato ed ama in un modo infinito, ma non coccola nessuno: Egli porta al Padre, alla pienezza e non permette che rimanga niente di malato in un uomo che vuole arrivare a questa pienezza. Qui sta la responsabilità di tutti noi che accogliamo i ragazzi che sentono la vocazione.
D. Per la tua comunità hai scelto una vita radicale, la vita contemplativa.
R. Le definizioni "radicale e contemplativa", pur essendo chiare , possono anche essere ambigue. Io direi che abbiamo scelto un cammino graduale verso la pienezza. Cerchiamo di toccare il fondo e il culmine della pienezza, di toccare il dolore, la morte e trovarvi la vita (perché la vita eterna inizia nel dolore, nella morte), per poi far risorgere questa vita e portarla a un culmine. La Chiesa stessa, dopo il concilio, ha definito l'Eucaristia sorgente e culmine... Da noi non c'é niente di rigoroso, tagliente, ma semplicemente uno sviluppo che rispetta le tappe di ognuno, perché possa venire bruciata ogni tappa del peccato nelle anime, per poi portare le persone a sbocciare nella vita divina.
D. I concetti che tu esprimi: "vita offerta", "amore sacrificato", talvolta intimoriscono... e sono di intralcio a una risposta libera alla chiamata delle "anime offerte".
R. E' vero però anche la parola di Dio talvolta si propone in modo poco comprensibile... Bisogna semplicemente attendere la risposta di Dio nel proprio cuore, essere disponibili a ricevere questa risposta e camminare secondo le indicazioni del Signore. La vita offerta non è altro che amore, amore puro che, contrariamente all'amore egoistico, si dona, si offre. L'amore puro è estatico, per questo si esprime al massimo nel dolore, nelle ingiustizie, sulle croci, nella morte, così come Gesù ci mostra nelle Beatitudini.
Donare la vita completamente a Dio, con amore, vuol dire entrare nella comunione della vita. L'amore estatico, di Dio che si dona in modo perfetto e della creatura che si dona senza porre ostacoli, è l'amore donato, è la vita divina, è la vita eterna. Non può essere diversamente.
D. Puoi dirci qualcosa circa la specificità del tuo metodo formativo?
R. Ritorniamo all'inizio del discorso: la caratteristica principale è la semplicità. Vivere il Vangelo con semplicità, familiarizzare con la Vergine Maria, con i Santi, con gli Angeli, con tutta la chiesa, con tutte le creature. Familiarizzare con l'Amore di Dio che è perfetto, anche in un peccatore: occorre trovarlo, vederlo, adorarlo, amarlo...Perché quell'Amore non è amato. Questo atteggiamento delle anime apre la possibilità che Dio agisca dentro di noi, portandoci al di là dei confini del nostro modo di comprendere e volere. Per questo Dio ci guida verso le prove.
D. Come guardi il futuro della Chiesa e dell'umanità, in modo particolare, in questa celebrazione del Giubileo? Cosa ne pensi delle varie previsioni di catastrofi?
R. Il futuro lo vedo bellissimo! Noi siamo chiamati a contemplare Dio, la sua grandezza, la vita eterna: una dimensione che possiamo vedere già da qui, sulla terra. Dio non è una persona che non sa come risolvere i problemi della fabbrica, dell'ufficio, della scuola...Dio è il Padre buono che tiene la sua mano su tutte le creature dell'umanità. Anche se ci da delle prove, sappiamo che esse servono per una purificazione, per questa grande opera che Dio vuole compiere. Tutte le profezie parlano del trionfo di Dio alla fine dei tempi, del trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Noi dobbiamo semplicemente aprirci a contemplare Dio, così potremo guardare al nostro futuro con fiducia, con speranza, con tanta gioia ed amore.
D. Qui siamo al Colle Don Bosco. Vedi un collegamento tra il nostro tempo e il sogno in cui Don Bosco vide due colonne nella Chiesa, L'Eucaristia e Maria?
R. Certamente! Maria, nel momento del concepimento di Gesù, diviene Sposa del Signore in un modo eccellente. Ai piedi della croce, Maria è sposa eccellente nella profondità della condivisione dell'amore di Dio che soffre per l'umanità. In questo Amore eucaristico pasquale, sulla Croce, Maria è la partecipante per eccellenza. Tutti i documenti che il Papa ha pubblicato nel corso del pontificato, sono una preparazione, attraverso la Vergine Maria, a questo triennio preparatorio al Giubileo. Il cuore del Giubileo sono: il Congresso Eucaristico, l'ecumenismo e la celebrazione della SS. Trinità.
D. In conclusione?
R. ...Preghiamo, preghiamo, preghiamo!..."Dio Padre, Tu hai creato ciascuno di noi e ci conosci perfettamente; fa' che ti cerchiamo come Dio vero, attiraci con il tuo Amore. O Dio, Spirito Santo, illumina la nostra mente, il nostro cuore, scendi su di noi come sei sceso sulla Vergine Maria. Ella, per mezzo tuo, ha concepito il Figlio, fa' che le nostre anime concepiscano Gesù Cristo, Lo seguano e si offrano per mezzo di Gesù, in Te, al Padre, in tutte le prove.
Fà che le nostre anime raggiungano il cenacolo con Maria Santissima e rimangano aperte a tutti i doni dello Spirito Santo. O Spirito Santo, uniscici a tutte le creature, a Maria Santissima, agli Angeli, ai Santi, alle anime che soffrono nel Purgatorio, alle creature che soffrono sulla terra, affinché tutti possiamo essere nell'Amore di Dio. O Spirito Santo, scendi su tutti i lettori di questo giornale, affinché possano sentire la manifestazione di Dio Padre, di Dio Figlio, nello Spirito Santo. Amen.".