Eco di Maria

Regina della Pace 149


 

Gennaio - febbraio 2000 



Il Giubileo nella novità dei rapporti fraterni

Su questo tema, dal 21 al 24 ottobre si sono incontrate a Numana le Fraternità delle anime offerte per riflettere insieme sul cammino svolto finora e delineare i passi avanti verso il Giubileo.
P. Tomislav, relatore del convegno, ha incentrato le riflessioni sulla verifica della comunione nella vita fraterna. Individuando le tensioni che comporta, gli ostacoli da superare per attuarla, p. Tomislav ha portato non una teoria, ma l'esperienza concreta della sua vita comunitaria.
Il clima del convegno è stato familiare e la comunione palpabile, infatti oltrepassando una semplice accoglienza reciproca, si è avvertita la disponibilità di tutti a condividere i pesi gli uni degli altri nell'amore; questo in modo particolare nella veglia di risurrezione del sabato sera in cui tutti hanno rinnovato, insieme alle promesse battesimali, anche l'offerta di se stessi a Dio attraverso il Cuore Immacolato di Maria. A tutti loro, e non solo, dedichiamo questo breve riassunto sui punti chiave di queste giornate.

1. Qual è l' ostacolo alla vita col prossimo?

Nella vita con il prossimo c'è un rischio: la paura. La paura falsifica i nostri rapporti; genera chiusure, difese, aggressività e porta alla morte delle virtù. Dove essa regna non può crescere l'amore, la fede e la speranza, e non si tratta qui solo di una paura psicologica, ma di un atteggiamento dell'anima che chiude le persone nell'individualismo e nell'egocentrismo.
La paura non soltanto uccide le virtù, ma falsifica i rapporti; difatti accade che alcune persone per superare le loro paure si presentino con un atteggiamento autoritario, prepotente mentre invece non lo sono. Viceversa, altre persone sono remissive, sottomesse, non per indole, ma solo per paura di perdere un affetto.

2. Qual è il rimedio per entrare nella vita fraterna?

Il fine della vita fraterna è donare Dio vivo al fratello, alla sorella; perché questo avvenga occorre immolarsi, occorre immolare in noi tutto ciò che produce amarezze e guerre. Allora la nostra comunione in fraternità, nello Spirito Santo, è una Messa celebrata, un' immolazione. Dio agisce perfettamente in una persona che si è donata, la sua azione libera l'anima dalla paura del rischio e la apre al prossimo…

3. …allora i frutti raccolti saranno quelli della vita eterna.

I rapporti in fraternità daranno i frutti di Dio se saranno in Dio.Un punto importante da tener presente è che il rapporto con i fratelli, se è in Dio genera, salva e santifica sempre, perché Dio Padre genera, Dio Figlio salva e Dio Spirito Santo santifica.
Solo così capiremo veramente se siamo in comunione tra noi, se la comunione è in Dio o se la fraternità vive la sua chiamata soltanto ad un livello superficiale.Se siamo immersi in Dio Padre non è possibile non generare; se Gesù è libero in noi, se in noi si offre, prega e perdona, non è possibile non salvare gli altri. Se i membri delle fraternità vivono questo, guariscono se stessi e gli altri.

4. Cosa sono le Fraternità?

La fraternità non è un gruppo aperto, è un cammino "comunitario" per i laici che sentono la chiamata ad essere anime offerte. Questo comporta un cammino di intimità con Dio e, in Dio, con gli altri. I membri delle fraternità sono "pellegrini" sulla strada verso Dio, che decidono di intraprendere questa strada per progredire nella qualità della vita spirituale. In questa chiamata è importante la comunione perché solo in essa si può sperimentare la dinamica della SS. Trinità. E' impossibile vivere questa comunione senza Dio, perciò verificate la vostra scelta nella vita di fraternità.

5. Alcuni elementi per verificare se veramente viviamo la comunione.

Per poter vivere la comunione, in qualsiasi forma di vita, dobbiamo vivere la purezza, l'ubbidienza e la povertà. Non si può esprimere la potenza di Dio in noi se il nostro io prepotente non si ritira. La morte del nostro io, l'accoglienza di Dio e la comunione fra noi, sono i tre passi fondamentali per mettere in pratica l'offerta.
Nella vita religiosa esistono dei meccanismi legislativi che proteggono dagli sbagli. Tra queste norme quella che prevede frequenti trasferimenti per i religiosi al fine di proteggere la qualità della vita. E' noto infatti che una persona rimanendo sempre nello stesso posto diventa il centro dell'attenzione e facilmente mette al primo posto le sue qualità; ma è noto anche che dove primeggiano le qualità umane, si perdono i doni dello Spirito Santo. È importante perciò che anche nelle fraternità funzioni questa legge.

6. Qual è la chiamata delle anime offerte?

Il dono più grande di Gesù Cristo è la Chiesa: la comunione degli uomini in Dio, ma è difficile costruirla, anzi è impossibile costruirla senza la grazia di Dio, nello Spirito Santo. La vita delle anime offerte deve sbocciare nella comunione d'amore senza eccezioni, amando tutte le creature. Se dentro di noi c'è quest'amore, allora i miracoli diventano un fatto comune e non è difficile sperimentare che in Dio si trova tutto, come fu per S. Fancesco.
Dove comincia la nostra missione? Dentro di noi e attorno a noi. Se a volte ci sentiamo schiacciati, oppressi, immersi in un abisso, non scappiamo, piuttosto offriamoci nella situazione in cui ci troviamo: la fuga non è la soluzione!
Se ci offriamo allora bisogna permettere che il Signore ci porti dove vuole. Non dobbiamo andare in Africa per essere missionari, basta stare lì dove viviamo e diffondere l'amore di Dio: in Lui potremo raggiungere tutto il mondo, perché non ci sono barriere di tempo né di spazio nello Spirito Santo! Questa comunione rigenera la Chiesa.

7. Il Giubileo è entrare nella SS. Trinità con la Chiesa.

Non è possibile realizzarsi se non si entra in comunione con Dio Trino ed Uno. È solo nella dinamica trinitaria della diversità, che fondendosi nell'amore diventa Uno, che la persona realizza la pienezza della comunione con gli altri.
Molti piangono e si lamentano perché si sentono morti dentro, perché non riescono ad esprimere l'amore, perchè non riescono ad ascoltare Dio nel fratello, non sanno accogliere il prossimo con pazienza. Se > non siamo in grado di fare questo, non possiamo entrare nella comunione della SS. Trinità; l'unica strada è entrare nella dinamica trinitaria seguendo l'esempio di Maria.
La nostra missione non è una teoria, ma è accogliere concretamente l'amore di Dio e diffonderlo nel mondo. Tuttavia, al di fuori fuori di questa dinamica della SS. Trinità, niente di sano e può essere realizzato.
La Chiesa ci chiama a manifestare la vita della SS. Trinità; preghiamo affinché questo avvenga in noi e, attraverso la nostra offerta, anche nella vita di ogni cristiano.

Nicola