Eco di Maria

Regina della Pace 157


 

Maggio-giugno 2001




Aspettando Pentecoste

di p. Tomislav Vlasic

"Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna." (Gv 12, 24-25).
È naturale per l’uomo tirarsi indietro di fronte alle prove della vita, di qualsiasi natura esse siano. Ma soprattutto le piccole prove di ogni giorno formano una sorta di ragnatela che occlude la vista, l’udito, l’anima e il cuore dell’uomo, che diventa così incapace di percepire la presenza e l’azione dello Spirito Santo. Questa ragnatela col tempo aumenta di spessore, tanto da rendere quasi normale non avvertire più gli impulsi dello Spirito (qualcuno arriva addirittura alla convinzione che lo Spirito Santo non esiste!).
Per aprirsi nuovamente alla presenza dello Spirito Santo bisogna innanzitutto spogliarsi da se stessi. Anche in questo caso è fondamentale l’apporto dello Spirito Santo, perché uno "spogliamento" in cui primeggia l’azione umana porta sempre alla rigidità, al fanatismo, alla pignoleria, tutti sintomi di un io molto forte o, viceversa, molto debole. A tal proposito, S. Paolo scrive che se anche donassimo tutti i nostri averi, ma non avessimo la Carità, non avremmo fatto nulla (cfr. 1Cor 13,3).
Il chicco di grano che "muore" realizza contemporaneamente due azioni parallele: si priva dell’involucro esterno (si "spoglia") e nello stesso tempo rivela la vita nuova in sé contenuta. E' un processo armonioso e naturale, inserito perfettamente nella dinamica della creazione di cui lo Spirito Santo è partecipe. Chi vive il proprio spogliamento attraverso lo Spirito Santo sperimenta una realtà dolce, bella, come per Gesù, che camminando verso la morte rimaneva sereno, anzi consolava gli altri, perché era completamente immerso nello Spirito Santo.

Lo spogliamento completo appartiene alla dinamica del battesimo, perché il battesimo è morire a se stessi, morire al peccato. Così spiega San Pietro ai primi fedeli dopo la Pentecoste: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù per la remissione dei vostri peccati, dopo riceverete il dono dello Spirito Santo". I primi cristiani si preparavano a questo spogliamento totale con la penitenza, con la catechesi e la ferma decisione di vivere per Dio. Anche noi oggi dobbiamo sfasciare l’uomo vecchio, quello che abita nella nostra mente, nel cuore, nella volontà per poter lasciare l’iniziativa all’azione dello Spirito Santo e per essere aperti alla grazia di Colui che a noi si offre completamente, senza trattenere nulla.
Per sconfiggere la morte, il dolore, il peccato e Satana dentro di noi, e permettere che lo Spirito Santo manifesti la sua onnipotenza in ogni angolo del nostro essere, è necessario lo spogliamento della mente: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto" (Rom 12,2). Accettando di morire a se stessi, attraverso lo Spirito Santo, lì dove c’era la morte nasce la vita. Diversamente, se non avviene questo passaggio, rimaniamo molto fragili, suscettibili ed ogni piccola contrarietà ci tocca e ci distrugge. In questo caso, persino le prove più insignificanti provocano amarezza e un ricorso alla difesa. I pettegolezzi, le critiche, le mormorazioni sono armi che impugnamo per colpire gli altri. Quando invece invochiamo lo Spirito Santo, è Lui che ci difende in modo inoffensivo e vitale, capace di costruire e non di distruggere.

Molte persone si difendono o aggrediscono gli altri semplicemente per paura. Assumendo un atteggiamento di umiltà ci apriamo allo Spirito Santo che ha il potere purificare e guarire il cuore. Lottare con l’odio contro le persone che ci feriscono è molto dannoso per la nostra anima, perché l’odio è una porta aperta a Satana. Se invece all’offesa rispondiamo con il sorriso, con la bontà, con la preghiera, l’inferno verrà paralizzato e non potrà penetrarci. In questo modo si cresce, si diventa robusti, mentre i frutti dello Spirito Santo si trasformeranno in virtù.
Morire a se stessi, aperti allo Spirito Santo, vuol dire in sostanza diventare una creatura nuova. Bisogna donare tutto allo Spirito Santo, perché cambi la mente, il cuore, purifichi l’anima. Soltanto nell’apertura totale a lui avviene la trasformazione della persona. Ecco che a questo punto scopriamo le virtù fondamentali: la fede, la speranza, l’amore. È la vita che fiorisce, è la dinamica dello Spirito Santo dentro di noi: una fede che non è solo fiducia umana, ma un dono che ci unisce a Dio. Scopriremo allora che i sette doni dello Spirito Santo sono la pienezza dell’azione di Dio dentro di noi, un tesoro nascosto e preziosissimo. Ma quello che potremmo scoprire in realtà è infinito, perché Dio è infinito. È quindi importante cogliere gli impulsi dello Spirito Santo e sentire il bisogno di incamminarsi e di progredire, senza sforzi, senza obblighi, senza costrizioni ma con naturalezza, spinti dal bisogno di vivere.