Eco di Maria

Regina della Pace 171



3° puntata

 

IL GRUPPO DI PREGHIERA:

LUOGO DI NASCITA DELLA VITA TRINITARIA

 

Ecco dunque gli elementi fondamentali del cammino del gruppo, indicati dalla Madonna:

1. Entrare nella preghiera

Attraverso Jelena, la Madonna ha spiegato al gruppo di preghiera che "molti pregano ma pochissimi entrano nella preghiera. "Per entrare nella preghiera occorrono due passi:

1) affidare i propri peccati e quelli degli altri che ci toccano. Ciò vuol dire rinunciare ai peccati, staccarli dall’anima e donarli a Gesù perché siano tolti. Tutta la persona deve essere coinvolta e diventare attiva nell’esprimere a Dio nel silenzio ciò che riguarda la propria intimità, in pubblico ciò che riguarda la comunione fraterna o il peccato del mondo;

2) affidare a Dio tutti i problemi per sbocciare interiormente e nel rapporto con gli altri in un atteggiamento di serenità, di fiducia e di amore (Mt 6, 14-34). Qui l’animatore del gruppo ha molto da lavorare: pian piano deve liberare i membri del gruppo da chiusure, paure, passività, falsa spontaneità, fanatismo, prepotenza, evasione affettiva che fa sanguinare le ferite e porta al patetismo. È importante che l’animatore promuova ogni membro, non permetta ai singoli di coprire la passività di altri, e che egli stesso non si sostituisca mai ad altri. Il sacerdote compie lo stesso percorso e così comprende i movimenti di un’anima, durante la confessione o il colloquio personale. Porta tutto nella preghiera e in modo speciale nella santa Messa. L’entrata nella preghiera non finisce qui, ma ad ogni tappa del cammino si sviluppa e si perfeziona, si apre all’infinità dell’azione di Dio e all’originalità del singolo e del gruppo.

2. Essere aperti e attivi nello Spirito Santo

Questo è un passo importante, delicato e molto semplice. Non si tratta del livello dei carismi o delle cose "straordinarie", non è neppure l’apprendimento di teorie o l’espressione di emozioni religiose. Si tratta più semplicemente di aprire il cuore e ascoltare nell’anima gli impulsi dello Spirito Santo, accoglierli e viverli. Ci vogliono onestà, sincerità, umiltà, semplicità, elevazione al di sopra di ogni interesse per la gloria di Dio. Ci vuole la fedeltà alla vita di Dio nell’anima. Maria, Sposa per eccellenza dello Spirito Santo, ci introduce in questo rapporto se siamo disponibili e se ci affidiamo a Lei. Dopo il suo sì e il nostro sì detto insieme a Lei, scende lo Spirito Santo (Lc 1, 34-35). La Madonna, come Madre del Corpo Mistico di Cristo, ci aiuta a vivere effettivamente le grazie battesimali.
S. Paolo in diversi modi e in diversi punti delle sue lettere, ci spiega il rapporto con lo Spirito Santo, e particolarmente nella lettera ai Romani. Eccone alcuni passi: "Voi però non siete sotto il dominio della carne ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene" (Rm 8, 9). E ancora: "Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio" (Rm 8, 16), attesta cioè la nostra identità in Dio e tutta la dinamica della grazia. "Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e Colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio" (Rm 8,26-27).Al termine del capitolo 8 della lettera ai Romani, S. Paolo ci introduce nel trionfo della vita dello Spirito Santo per mezzo dell’amore di Cristo.
L’animatore non si preoccupi dell’eventuale mancanza di "strumenti privilegiati" nel gruppo, ma si impegni invece a condurre le persone alla libertà e all’attività nello Spirito Santo.

Nell’agosto del 1984, sono stato trasferito a Vitina. Prima di partire da Medjugorje ho pregato così: "Maria, aiutami a capire come posso aiutarti in futuro, quando sarò distante da Medjugorje!". La veggente Jelena ha udito la voce della Madonna che diceva: "Ama! Io sono uscita dall’amore di Dio, agisco nell’amore di Dio. Adesso sono qui, in ogni famiglia, in tutto il mondo. Ama e fai come me". Questo discorso è difficile da accettare per l’uomo abituato a misurare con la propria misura e troppo minacciato da satana. Eppure questo è il fulcro della nostra attività.
Nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo si uniscono tutti i membri del Corpo Mistico di Cristo e comunicano fra loro. Qui sono presenti Maria Santissima., gli angeli, i santi. Il gruppo è aperto ad altri gruppi, alle grazie che sono date attraverso di loro. Lo Spirito Santo si esprimerà nei frutti: "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge" (Gal 5, 22-23). Da qui nasceranno i doni di Dio ed i suoi strumenti.
Quanto è importante aprirsi allo Spirito, accogliere le grazie e rimanere con Lui, fedeli al rapporto sponsale su ogni livello! Qui si esprime la vera maturità cristiana dell’animatore. Il sacerdote trova il suo posto come "curato delle anime", che prega con semplicità e aiuta a capire e a cogliere gli impulsi dello Spirito Santo.

3. La condivisione

La condivisione tra i membri del gruppo comprende tutta la dinamica della vita di Dio nelle anime e tra le anime. Questa dinamica si esplica attraverso gli elementi già visti e che agiscono in questo ambito: entrare nella preghiera, aperti allo Spirito Santo e attivi in Lui.
Cosa si condivide? La Parola di Dio e ogni ispirazione che da Lui proviene. Tutto trova il suo culmine, si verifica e si perfeziona nel Verbo di Dio, nel suo insegnamento e nella sua Persona. È la Persona di Gesù Cristo che da valore al suo insegnamento, altrimenti la parola resterebbe una teoria, un’ideologia, sarebbe vuota senza la Persona di Gesù che nello Spirito Santo ci guida al Padre.
Condividendo gli uni con gli altri le esperienze interiori, si cammina con Gesù, si affronta tutto quello che ancora non è redento nelle persone, si cammina nella direzione della morte-risurrezione, aperti alla Pentecoste cioè alle grazie speciali dello Spirito Santo che in continuo perfeziona la vita nelle anime.
Anche se siamo ancora in cammino verso la redenzione completa, possiamo avere la fede, la speranza e la carità che agiscono libere in noi. La preghiera dello Spirito Santo diventa viva e si esprime attraverso le persone ed esse fioriscono (Rm 8, 26-27).

L’animatore saprà scegliere con semplicità modi e mezzi di comunicazione tra i membri. Sarà attento a che tutti gli elementi di cui abbiamo detto funzionino, e vi sia apertura alla comunione con il Corpo Mistico di Cristo. Lascerà spazio, nel silenzio, ai propositi positivi del singolo, e porterà il gruppo a individuare compiti, intenzioni e cammino comunitario. Farà anche attenzione perché la condivisione non scivoli al livello umano di uno sfogo, perdendo così l’azione della grazia.
Da parte sua, il sacerdote si farà sempre più silenzioso come Gesù quando entra nel mistero. Condurrà le persone nella profondità del cammino. Con la sua apertura allo Spirito, saprà indicare la via per giungere alla comunione profonda con Dio. Pregherà silenziosamente, seguendo ciò che viene detto e intervenendo con discrezione. Tutto ciò che si muove interiormente nel gruppo costituisce la sostanza della sua preghiera ed espressa nella santa Messa, che egli eleverà a Dio.

4. La preghiera.

Dovrebbe essere semplice, spontanea e sgorgare dallo Spirito che coinvolge le persone nella loro totalità e integrità, rispettando la gradualità del cammino. Sia coinvolto il gruppo intero, affinché non rimanga alcun peso nelle anime, nessuna pietra non rimossa. L’animatore deve essere attento ai limiti e alle necessità del singolo e trattarle eventualmente a parte. La sua disponibilità sincera verso Maria Santissima aprirà la strada alle persone. La preghiera non rimane esclusivamente legata e concentrata nel soggetto, ma è aperta a tutte le necessità del gruppo, della Chiesa di Cristo e del mondo.

Nella preghiera le persone partono, nello Spirito Santo, per una missione nell’universo. Con Gesù si va verso il Padre. La preghiera si riassume e ha il suo fine nel ricapitolare tutto in Cristo: a nome di Gesù, nello Spirito Santo, il gruppo eleva la sua preghiera al Padre, fonte e culmine della vita. Se nel gruppo è presente il sacerdote sarà quest’ultimo a portare l’incontro al suo culmine, perché l’azione di Dio nella sua anima tende a ricapitolare tutto nello Spirito Santo e a pregare a nome di Gesù. Il sacerdote ricapitola in Cristo e immerge nella vita del Padre ogni cosa: i moti interiori delle anime, la comunione nel gruppo, i bisogni di tutti gli uomini e delle creature. Anche se è assente, il sacerdote collega tutti i gruppi che gli sono affidati e li presenta nella santa Messa. L’animatore, in assenza del sacerdote, agirà al posto suo in collegamento col sacerdote.
Si prega e si canta il Padre Nostro. Nella liturgia questa preghiera si recita in piedi. I sei veggenti di Medjugorje dicono che la Madonna, quando prega il Padre Nostro, allarga le braccia e le solleva in alto rivolgendo il volto e tutta la sua persona a Dio. È bene anche per noi pregarlo così durante l’incontro di preghiera del gruppo.

5. La benedizione.

Benedire vuol dire "bene dire", "bene dare". Nella benedizione si invia il messaggio della salvezza, si trasmette la vita d Dio che scorre attraverso le anime.
È lo Spirito Santo che comunica la benedizione e la rende operante, nel sorriso dell’anima e del volto, nella gioia e nella pace espresse attraverso i desideri ed i pensieri. Tutto l’essere, nella sua dinamicità, esprime l’azione di Dio Trino e Uno e la trasmette ai singoli e all’universo.
Qui il sacerdote dona la benedizione e la vita di Dio e del Corpo Mistico di Cristo che è in Dio. Esprime e tende a raggiungere tutti, in particolare il gruppo con le sue intenzioni e i suoi programmi, affinché siano fecondi per la gloria di Dio, e manda il gruppo così come Gesù mandava gli apostoli.

6. Il congedo

Non consiste nel dire: "Ci vediamo la prossima volta". Se fosse solo questo, il gruppo rimarrebbe inerte, il chicco non produrrebbe frutto. Col tempo, nel gruppo si avvertirebbe la passività, la pesantezza, le persone non coglierebbero gli impulsi dello Spirito Santo, rimarrebbero arroccate nel proprio io. È a questo punto che viene fuori la risposta e la responsabilità di fronte alla grazia da parte di ciascun membro e dell’intero gruppo.
Le persone tornano al quotidiano e pregano, utilizzando le grazie ricevute e facendole fruttificare. Affrontano le difficoltà e coinvolgono nel cammino le persone di buona volontà, acquistano esperienza che portano poi nel gruppo per compiere insieme un passo nuovo. Il cammino così continua, si esprime nel vortice della vita trinitaria.
Le persone accolgono le grazie dello Spirito Santo, camminano nella vita di ogni giorno insieme a Gesù verso il Padre. Unite nella dinamica della vita trinitaria, ricevono nuove grazie per andare nel mondo e farle fruttificare a nome di Dio e per la sua gloria. "Allora essi partirono e predicavano dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano" (Mc 16,20).
Per intercessione della Regina della Pace e Madre della Chiesa, il Signore benedica e accompagni ciascuno e ogni gruppo nel cammino. Lo Spirito Santo unisca tutti nello stesso Corpo di Cristo, e che in Lui tutti i figli di Dio trovino dimora presso il Padre.

p. Tomislav Vlasic